Quando l’assenteismo sul lavoro è reato: come comportarsi e denunciarlo
Nelle aziende e negli uffici composti da più dipendenti, l’assenteismo sul lavoro è spesso motivo di contrasto, tra superiori e lavoratori, e causa di inefficienze.
Certamente, in linea generale, il lavoratore ha diritto ad assentarsi dal luogo di lavoro, senza perdere i propri diritti. Di contro, un abuso di tale prerogativa può danneggiare l’azienda, sia per quanto riguarda l’efficienza produttiva, sia per quanto riguarda l’organizzazione interna.
La nostra agenzia investigativa internazionale INSIDE, presente sul mercato dal 2014, sta assistendo a una crescita costante delle richieste di indagini inerenti all’assenteismo sul lavoro. L’aumento di tali comportamenti da parte dei dipendenti sta, quindi, accendendo i riflettori sulla necessità di tutelare i datori di lavoro.
Per tale motivo, in questo articolo, desideriamo spiegare meglio cosa si intende per assenteismo sul lavoro, spiegando i casi in cui tale comportamento configura un reato e come può essere denunciato dai datori di lavoro, vittime di comportamenti scorretti da parte dei dipendenti infedeli.
Assenteismo sul lavoro: cos’è?
Si parla di assenteismo sul lavoro quando un dipendente si assenta dal luogo di lavoro per un dato periodo di tempo senza un valido motivo.
Le dinamiche di questo fenomeno – diffuso tanto nel settore privato quanto in quello del pubblico impiego – tendono ad essere similari: il lavoratore giustifica l’assenza per mezzo di un motivo fittizio. Ciò è possibile mediante il ricorso a svariati espedienti.
Uno dei più diffusi è senza dubbio quello del certificato medico falso: grazie alla collaborazione di un medico connivente, il dipendente simula uno stato di malattia o infortunio tale da non potersi recare regolarmente a lavoro.
Un altro strumento a disposizione del dipendente assenteista sono i permessi ex Legge 104 e i permessi sindacali. In entrambi i casi si tratta di permessi retribuiti, concessi però con finalità specifiche: il primo va a beneficio di conviventi e familiari (fino al terzo grado di parentela) di una persona portatrice di handicap che necessita di assistenza, mentre il secondo può essere utilizzato solo per prendere parte ad attività ed iniziative direttamente riconducibili al sindacato di appartenenza.
L’assenteismo sul lavoro può assumere anche un carattere strategico se la collocazione delle ore o dei giorni di assenza asseconda uno schema specifico finalizzato, ad esempio, ad evitare i turni più pesanti oppure a prolungare un periodo di vacanza.
In generale, l’assenteismo è una condotta scorretta che in quanto tale, se rilevata, espone il dipendente a sanzioni di varia entità.
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L’Assenteismo sul lavoro può essere Reato?
In linea di principio, assentarsi dal luogo di lavoro non è un reato, purché la mancata prestazione lavorativa sia giustificata. Ciò nonostante, esiste un limite anche all’assenteismo giustificato: si tratta del periodo di comporto, ovvero il termine superato il quale scatta il licenziamento (salvo casi particolari in cui, ad esempio, siano intervenute cause di forza maggiore).
Va inoltre sottolineato come il Codice Civile preveda determinati obblighi del lavoratore nei confronti del datore di lavoro: nello specifico, tali obblighi sono di diligenza (articolo 2104) e fedeltà (articolo 2105). A questi, va aggiunto l’obbligo di esecuzione in buona fede del contratto, secondo quanto disposto dall’articolo 1375 del Codice Civile.
Per rispondere alla domanda “se l’assenteismo sul lavoro può essere reato”, va precisato che né il Codice Civile né quello penale annoverano esplicitamente tale condotta come reato (di conseguenza, non esiste alcuna sanzione specifica per questo genere di condotta).
Tuttavia, ciò non vuol dire che un dipendente assenteista non sia chiamato a rispondere delle proprie assenze non giustificate dal luogo di lavoro, anzi: l’assenteismo può configurare una serie di diversi reati, come ad esempio la truffa e la falsa dichiarazione (basti pensare al caso in cui un dipendente presenti un certificato medico falso), oltre alla percezione indebita di erogazioni statali.
In aggiunta, esiste una giurisprudenza piuttosto consistente a favore del licenziamento per giusta causa a carico di un dipendente assenteista, non tanto per la natura o l’assiduità delle assenze quanto per la connotazione del comportamento in sé, giudicato come grave. Al punto di compromettere in maniera irreparabile il rapporto fiduciario tra datore di lavoro e dipendente.
Detto ciò, non esiste una linea normativa univoca e, se un dipendente accusato di assenteismo viene licenziato e impugna il provvedimento facendo ricorso, spetterà al giudice o alla Cassazione pronunciarsi in maniera definitiva in merito.
Questo genera innumerevoli casi in cui il datore di lavoro che ha licenziato per giusta causa un dipendente infedele assenteista, sia stato condannato dal giudice a reintegrare il lavoratore in organico e a sopportare le spese legali ed eventuali risarcimenti nei confronti del dipendente.
Tuttavia, la ragione per cui si verificano tali casi non è legata esclusivamente all’assenza di una normativa univoca, bensì alla modalità con cui il datore di lavoro dimostra la scorrettezza del comportamento del proprio dipendente.
Infatti, come afferma Paola Orlando – Legal, Corporate Affairs, Compliance, Criminal Law and Anticorruption:
“nel reperire prove certe a sostegno dell’ipotesi di assenteismo sul lavoro di uno o più dipendenti, molti imprenditori ricorrono al “fai da te” e attuano comportamenti lesivi della privacy del lavoratore. In questi casi, se il datore di lavoro licenzia il dipendente, quest’ultimo può ricorrere in tribunale e il giudice, chiamato a esprimersi sulla controversia, nella maggior parte delle circostanze condannerebbe l’imprenditore. Sebbene il comportamento del dipendente sia oggettivamente scorretto.”
Come indagare in caso di Assenteismo sul lavoro?
Se emergono sospetti a carico di uno o più dipendenti, il titolare d’azienda – sia direttamente sia tramite un rappresentante legale – può commissionare ad un’agenzia di investigazioni privata, come INSIDE, delle indagini aziendali di controllo.
Le operazioni di indagine prevedono anzitutto l’acquisizione degli estremi di riconoscimento della persona indagata (dati anagrafici, domicilio, residenza), così come di altre informazioni utili (come ad esempio i giorni di assenza, il tipo di permesso eventualmente utilizzato e altre).
Successivamente, gli investigatori mettono in atto una fase di sorveglianza, che è sia attiva (pedinamento) sia passiva (appostamento). Ciò consente di registrare le azioni e i comportamenti del soggetto indagato durante le ore di assenza dal lavoro, al fine di confutare quanto dichiarato per giustificare la mancata presenza presso la sede lavorativa.
Attraverso l’acquisizione di materiale foto e video, gli agenti reperiscono prove certe e possono provare – ad esempio – che quanto attestato dalla certificazione medica non corrisponde alla condizione reale del dipendente, che ha simulato la malattia o l’infortunio. Oppure che il dipendente mette in atto pratiche e comportamenti che possono pregiudicare o ritardare la guarigione.
In aggiunta, se il lavoratore è sospettato di svolgere una seconda attività lavorativa non consentita, gli investigatori puntano anche all’acquisizione dei dati relativi ad una eventuale fonte di reddito alternativa.
Infine, i dati raccolti durante le operazioni di indagine vengono elaborati e trascritti in una relazione finale dall’alto valore giuridico, che riassume il lavoro svolto dagli investigatori e i riscontri da essi ottenuti.
Come le indagini tutelano gli imprenditori nei casi di assenteismo?
Spesso il dipendente che è stato licenziato ritiene il provvedimento ingiusto e intraprende le vie legali facendo ricorso contro l’ex datore di lavoro. In tali casi, il report finale che riassume gli esiti delle investigazioni aziendali di INSIDE può essere utilizzato dal datore di lavoro nel corso del procedimento giudiziario.
Tale strumento, contenente prove certe raccolte nel pieno rispetto delle leggi e delle normative in fatto di privacy, tutela il datore di lavoro che, in sede legale, dovrà farsi carico del cosiddetto onere della prova.
Pertanto, al fine di supportare la propria posizione e comprovando le accuse di assenteismo a carico del dipendente, le indagini di agenzie specializzate come INSIDE risultano fondamentali per la tutela del datore di lavoro.
assenteismo, indagini sui dipendenti