Concorrenza sleale per denigrazione: come difendersi?

23 Feb , 2023 Indagini Aziendali, Uncategorized

Concorrenza sleale per denigrazione: come difendersi?

Negli ultimi anni, la concorrenza sleale per denigrazione si è affermata come una nuova forma di condotta abusiva. Per questo motivo è stata identificata e perseguita da diverse autorità garanti della concorrenza in Italia e in tutta Europa.

Si tratta di un comportamento sleale che mira a ridurre la concorrenza di aziende che operano nello stesso settore e consiste nell’identificare dei parametri importanti per la concorrenza creando campagne strategiche per influenzare il comportamento di acquisto dei clienti. Questo avviene tipicamente dipingendo i prodotti della concorrenza come non sicuri, inefficienti o di qualità significativamente inferiore.

Certamente, non è illegale essere bravi in quello che si fa e diventare il leader nel proprio settore. Tuttavia, c’è l’obbligo di non compiere azioni con il fine di danneggiare gli altri imprenditori.

Per questo motivo, nel compimento della propria attività, gli imprenditori sono tenuti a “competere solo nel merito”. In sostanza significa che le imprese possono competere solo, ad esempio, per i prezzi o la qualità migliori, per un marketing più accorto, per un servizio migliore prima e dopo la vendita, per l’offerta di un’ampia gamma di prodotti o per essere più innovative.

Concorrenza sleale per denigrazione: nozioni di base

La concorrenza sleale per denigrazione avviene quando si criticano in modo spregiativo i prodotti o i servizi di un concorrente, allo scopo di influenzare i modelli di acquisto dei clienti.

In diversi casi, la condotta denigratoria ha fatto parte delle strategie di comunicazione delle imprese con il chiaro obiettivo di creare un’aria di incertezza sulla capacità del concorrente di svolgere determinate attività. Oppure di mettere in dubbio la qualità, la sicurezza o l’efficacia dei suoi prodotti e servizi.

E tali scopi reconditi sono ottenuti tramite la diffusione di informazioni negative basate su affermazioni false o fuorvianti in merito a prodotti concorrenti.

La caratteristica della concorrenza sleale per denigrazione è che, rispetto ad altri abusi, gli effetti sul mercato sono duraturi. Questo perché i dubbi o i timori ingiustificati possono essere superati solo con uno sforzo significativo da parte dell’azienda danneggiata per rieducare i consumatori e dimostrare la falsità delle affermazioni denigratorie.

 

Cosa dice la legge sulla concorrenza sleale per denigrazione?

Sebbene anche a livello europeo ci sia un quadro normativo che protegge la libera concorrenza dagli atti sleali, nel caso di pratiche denigratorie è spesso la giurisprudenza ad aver guidato la prassi in questo senso.

Anche il nostro codice civile rende tali pratiche illecite stabilendo, all’articolo 2598, che la denigrazione è un atto di concorrenza sleale compiuto da chi “diffonde notizie e apprezzamenti sui prodotti e sull’attività di un concorrente, idonei a determinarne il discredito”.

A parte questa disposizione di partenza, i tribunali si sono spesso espressi delineando i contorni di queste attività.

In particolare, si è stabilito che perché si possa parlare di denigrazione, la diffusione di notizie e apprezzamenti deve avvenire nei confronti di “un numero indeterminato di soggetti o quanto meno ad un pubblico indifferenziato” (Cass. civ., 30.05.2007, n. 12681).

Inoltre, le notizie screditanti devono essere false, poiché se veritiere ed esposte in modo obiettivo e supportate da riscontri, non sono illecite.

All’interno della concorrenza sleale per denigrazione troviamo anche la pubblicità comparativa con i prodotti o i servizi di un’altra impresa appartenente allo stesso settore.

La legge (D.Lgs. n°145/2007) stabilisce che, perché la pubblicità comparativa sia lecita, non deve:

  • risultare ingannevole in relazione al confronto coi prodotti della concorrente;
  • generare confusione;
  • screditare il concorrente;
  • procurare all’autore della pubblicità un indebito vantaggio, grazie alla notorietà del segno distintivo del concorrente.

Come puoi vedere, i contorni delineati dalla legge sono a volte vaghi. Pertanto, se pensi di subire atti di concorrenza sleale per denigrazione e accusi il tuo rivale senza prove certe, corri il rischio di sprecare tempo e denaro e uscirne doppiamente danneggiato.

Come difendersi dalla concorrenza sleale per denigrazione?

Data la complessità e la vaghezza delle leggi in merito, il limite tra pubblicità comparativa e concorrenza sleale per denigrazione è molto sottile. Per questo motivo, se vuoi rivalerti contro un tuo competitor che pensi ti stia denigrando illecitamente devi agire con cautela.

Il primo passo da compiere è sicuramente quello di reperire delle prove certe sul suo comportamento illecito.

Per farlo, il nostro consiglio è di rivolgerti ad agenzie di investigazioni aziendali specializzate, come noi di INSIDE. Grazie alla notevole esperienza maturata, conosciamo bene i contorni della legge e proteggiamo i nostri clienti a 360 gradi.

Pertanto, se pensi di essere mira di concorrenza sleale per denigrazione, richiedici un colloquio conoscitivo. Dopo aver analizzato il caso, avvieremo una rapida e mirata attività di indagine che si concluderà con un report chiaro e dal valore giuridico, con cui potrai abilmente difenderti in sede giudiziale.

Come afferma Antonio Piccinni – Head of Operations – Investigations Unit di INSIDE – INTELLIGENCE & SECURITY INVESTIGATIONS: “richiedere il supporto professionale di un’agenzia di investigazioni aziendali specializzata è il miglior modo di difendersi nei casi di concorrenza sleale per denigrazione. La discrezione e la certezza legale delle prove raccolte consente all’imprenditore di giocare in anticipo, risparmiando tempo e assicurandosi una protezione in sede giudiziale che altrimenti potrebbe non avrebbe”.


Desideri ricevere una consulenza gratuita o un preventivo senza impegno su questo argomento?
CONTATTACI SUBITO: