Concorrenza sleale: cos’è, esempi e come difendersi

La concorrenza sleale è un tema di grande rilevanza nel contesto aziendale, in cui le imprese lottano per affermarsi e ottenere una fetta di mercato. In un ambiente competitivo, alcune pratiche scorrette possono danneggiare seriamente l’equilibrio e la correttezza delle relazioni commerciali.
In questa guida, vedremo la definizione di concorrenza sleale, i casi in cui si verifica e le diverse condotte che possono costituire simili atti. Mostreremo inoltre alcuni esempi concreti di concorrenza sleale e i modi migliori per difendersi da questi attacchi scorretti.
Cosa si intende per concorrenza sleale?
Sebbene se ne parli spesso, molte persone non sanno bene cos’è la concorrenza sleale.
Volendo darne una definizione semplice, potremmo dire che è la modalità di eseguire pratiche commerciali scorrette o disoneste che mirano a ottenere un vantaggio competitivo ingiusto rispetto agli altri concorrenti.
Questo tipo di comportamento danneggia l’equità delle relazioni commerciali e può influire negativamente sulle imprese coinvolte, causando distorsioni del mercato e violando le regole etiche e legali dell’ambiente imprenditoriale.
La concorrenza sleale può assumere diverse forme e può essere svolta sia da imprese individuali, liberi professionisti e dipendenti, che da organizzazioni di maggiori dimensioni.
Quando si può parlare di concorrenza sleale?
Si parla di concorrenza sleale quando una determinata pratica o azione viola i principi di correttezza, lealtà e libera concorrenza. Ciò significa che la concorrenza sleale si verifica quando un’azienda adotta misure o strategie che danneggiano direttamente o indirettamente i concorrenti, causando distorsioni nel mercato.
Tuttavia, è importante sottolineare che non tutte le azioni competitive possono essere considerate sleali, ma solo quelle che violano le norme e gli standard di condotta etica e legale.
Quali condotte costituiscono atti di concorrenza sleale?
Per sapere se un comportamento rientra nell’ambito di una scorrettezza commerciale, è sufficiente interpellare il codice civile. Infatti, quali sono gli atti che devono essere considerati concorrenza sleale lo indica il c.c. all’articolo 2598, in cui figurano:
- usare il nome o i segni distintivi di un marchio concorrente o imitarne i prodotti o servizi per confondere gli acquirenti;
- screditare pubblicamente un concorrente;
- violare i diritti di proprietà industriale e appropriarsi delle virtù di un prodotto che invece appartengono ad un’altra azienda;
- trasgredire i principi della concorrenza leale con il fine di danneggiare un’altra azienda.
Un atto di concorrenza sleale può essere perpetrato con varie tecniche e mezzi illeciti e può danneggiare un’azienda su vari livelli, da quello produttivo, a quello economico, fino al danno reputazionale.
Concorrenza sleale: alcuni esempi
Come abbiamo già detto, le condotte che possono costituire atti di concorrenza sleale sono molteplici e possono variare a seconda del contesto e delle leggi vigenti. Tuttavia, di seguito elenchiamo alcuni esempi comuni di pratiche sleali:
- imitare la strategia dei concorrenti o contraffare prodotti o marchi per creare confusione nel pubblico (concorrenza parassitaria);
- abbassare i costi dei propri prodotti e violare il tariffario minimo di una categoria di prodotti o servizi per eliminare la concorrenza dal mercato (dumping);
- diffondere pubblicità ingannevoli;
- assumere i dipendenti di un’impresa concorrente con l’intento di danneggiarla (storno di dipendenti).
Quando assumere l’ex dipendente di un’azienda concorrente può considerarsi atto di concorrenza sleale?
Nella sentenza numero 20228 del 4 settembre 2013, la Corte di Cassazione ha affermato che:
“la concorrenza illecita per mancanza di conformità ai principi della correttezza non può mai derivare dalla mera constatazione di un passaggio di collaboratori (cosiddetto storno di dipendenti) da un’impresa ad un’altra concorrente, né dalla contrattazione che un imprenditore intrattenga con il collaboratore del concorrente, attività legittime come espressione dei principi della libera circolazione del lavoro e della libertà di iniziativa economica.”
Un comportamento sleale si verifica invece quando si sottrae il know-how all’azienda competitor. Vale a dire il modus operandi e le conoscenze tecniche e di mercato che le permettono di competere.
Pertanto, si può considerare concorrenza sleale se si assume un ex dipendente di un’azienda concorrente al solo scopo di entrare in possesso del know-how e delle informazioni aziendali riservate.
La concorrenza sleale da parte del dipendente
Un atto di concorrenza sleale può essere perpetrato anche dal dipendente infedele. Infatti, l’articolo 2105 del Codice Civile afferma che il dipendente che tratta affari in concorrenza con l’azienda per cui lavora, per interesse proprio o per conto di terzi, o che divulga dati o notizie sensibili sui metodi di produzione o di organizzazione aziendale è un dipendente infedele che commette un reato di concorrenza sleale.
I seguenti comportamenti rientrano, quindi, tra quelli sanzionati:
- il dipendente svolge attività professionali che intercettano la stessa clientela dell’azienda per cui lavora;
- il dipendente agisce contro gli interessi aziendali, rivelando informazioni sensibili sull’azienda;
- l’impiegato in cassa integrazione svolge attività lavorative remunerate in nero presso un altro datore di lavoro;
- il dipendente usa in modo illecito o per finalità personali i beni di proprietà dell’azienda.
Concorrenza sleale del socio
Nel contesto aziendale, l’infedeltà non si verifica solo tra dipendenti ed ex collaboratori, ma può insinuarsi anche tra i soci. Infatti, il socio che comunica alla concorrenza informazioni sensibili della propria società per ottenerne un beneficio commette un atto di concorrenza sleale e diviene, pertanto, un socio infedele.
Inoltre, secondo l’articolo 2301 del Codice Civile:
“Il socio non può, senza il consenso degli altri soci, esercitare per conto proprio o altrui un’attività concorrente con quella della società, né partecipare come socio illimitatamente responsabile ad altra società concorrente. Il consenso si presume, se l’esercizio dell’attività o la partecipazione ad altra società preesisteva al contratto sociale, e gli altri soci ne erano a conoscenza. In caso di inosservanza delle disposizioni del primo comma, la società ha diritto al risarcimento del danno, salva l’applicazione dell’art. 2286.”
Lo sviamento di clientela
In un mercato libero ci sono più aziende che vendono allo stesso pubblico un prodotto similare: questo è ciò che possiamo definire come rapporto di concorrenza tra aziende. Ma se un imprenditore si avvantaggia su un concorrente sviandone la clientela in modo scorretto (ovvero al di fuori dei principi della correttezza professionale) commette un atto di concorrenza sleale.
Lo sviamento di clientela può avvenire con diverse modalità e può essere perpetrato da soggetti interni all’azienda o da figure ad essa esterne.
Come difendersi dalla concorrenza sleale?
In caso di sospetto di infedeltà aziendale da parte di un dipendente, il datore di lavoro dovrà trovare delle prove certe, in modo da poter procedere a un licenziamento per giusta causa. Tuttavia, anche nei casi in cui la concorrenza sleale provenga da un socio o da un imprenditore concorrente, il primo step per difendersi, consiste sempre nel recuperare delle informazioni oggettive atte a provare i comportamenti scorretti.
Fortunatamente, INSIDE può incaricarsi di svolgere rapidamente tutti questi tipi di indagini aziendali e produrre prove inconfutabili di comportamenti scorretti che contravvengono all’obbligo di fedeltà del dipendente o che violino i principi di correttezza, lealtà e libera concorrenza.
Come spiega Paola Orlando – Legal, Corporate Affairs, Compliance, Criminal Law and Anticorruption:
“Le nostre indagini partono sempre da uno studio di fattibilità, a cui segue la definizione della strategia operativa più efficace. In base al caso e alla tipologia del soggetto, si valuta se realizzare appostamenti o pedinamenti per acquisire le prove di comportamenti scorretti interni o esterni all’azienda vittima.”
Se sospetti di subire atti di concorrenza sleale, non aspettare di vedere i tuoi affari irrimediabilmente danneggiati, contattaci e richiedi una consulenza in merito alle nostre investigazioni aziendali.