Cosa si intende per identificazione del titolare effettivo
Nell’ambito di transazioni economico finanziarie finalizzate a procedure di acquisizione o fusione, le parti in causa dispongono delle apposite verifiche preliminari (due diligence). Lo scopo di questo genere di indagine è quello di tutelare gli interessi dei soggetti coinvolti, accertando la veridicità delle informazioni acquisite in merito al soggetto ‘passivo’ dell’acquisizione, ovvero la controparte meno esposta dal punto di visto economico e finanziario. Uno dei principali ambiti di applicazione della due diligence riguarda la titolarità dell’azienda o della società che costituisce il target della fusione o dell’acquisizione; di seguito, vediamo qual è la normativa di riferimento in merito e come individuare il titolare effettivo per mezzo di una procedura investigativa specializzata.
Cosa si intende per titolare effettivo
Secondo quanto si legge nell’articolo 2 dell’allegato tecnico al Decreto Legislativo n. 231 del 21 novembre 2007, il titolare effettivo di una società si intende “la persona fisica o le persone fisiche che, in ultima istanza, possiedano o controllino un’entità giuridica, attraverso il possesso o il controllo diretto o indiretto di una percentuale sufficiente delle partecipazioni al capitale sociale o dei diritti di voto in seno a tale entità giuridica, anche tramite azioni al portatore, purché non si tratti di una società ammessa alla quotazione su un mercato regolamentato e sottoposta a obblighi di comunicazione conformi alla normativa comunitaria o a standard internazionali equivalenti; tale criterio si ritiene soddisfatto ove la percentuale corrisponda al 25 per cento più uno di partecipazione al capitale sociale”. Ricade nella definizione di titolare effettivo di una società anche “la persona fisica o le persone fisiche che esercitano in altro modo il controllo sulla direzione di un’entità giuridica”. Tali definizioni rappresentano i criteri di individuazione che integrano ed ampliano la definizione principale, riportata al comma 2 dell’articolo 1 del decreto: “la persona o le persone fisiche che, in ultima istanza, possiedono o controllano il cliente nonché la persona fisica per conto della quale è realizzata un’operazione o un’attività”.
Il dispositivo sopra citato, in attuazione di due normative comunitarie, contiene una serie di norme concernenti “la prevenzione dell’utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività criminose e di finanziamento del terrorismo”. Ragion per cui, l’enfasi posta sulla figura del titolare effettivo denota quanto quest’ultima sia particolarmente rilevante, al fine di garantire la massima trasparenza nell’ambito di qualsiasi tipo di transazione economica e finanziaria.
Come si identifica
Per identificare il titolare effettivo di un’azienda o di una società è necessario implementare una procedura investigativa professionale che, nell’ambito delle verifiche di due diligence, viene spesso indicata come indagine preliminare di conformità (o “compliance check”). Tale procedura deve essere svolta non solo nel rispetto delle normative in vigore ma anche in maniera scientifica; per questo, può essere affidata ad un’agenzia di investigazione privata specializzata in interventi di questo tipo. Il mandato viene conferito da un legale rappresentante, secondo la prassi più diffusa o, in alternativa, dal diretto interessato in prima persona.
La prima fase delle attività di analisi prevede l’acquisizione di tutti i documenti relativi alla compagine aziendale, corredata dagli estremi di identificazione dei soggetti che occupano posizioni di primo piano, ossia soci e dirigenti di alto rango. Gli investigatori possono così circoscrivere l’ambito del proprio intervento e procedere al secondo stadio delle indagini, la verifica dei dati acquisiti. Nello specifico, i vari nominativi vengono analizzati per mezzo di controlli incrociati con archivi pubblici quali l’anagrafe, il Catasto e la Camera di commercio; in aggiunta, ulteriori accertamenti vengono eseguiti tramite raffronto con speciali liste (watchlist e blacklist), come ad esempio quelle anticorruzione, tenute da organi nazionali ed internazionali. Lo scopo dei controlli è quello di riscontrare eventuali discrepanze o omissioni e mettere inevidenza possibili eventi pregiudizievoli, come ad esempio il coinvolgimento in procedimenti giudiziari, fallimenti, protesti e simili. L’intervento degli agenti può essere integrato dall’attività di osservazione di uno o più soggetti (tramite appostamento o pedinamento) per documentarne la condotta e comprovarla per mezzo di materiale fotografico e video. Al termine di tutte le procedure previste, gli agenti stilano un dossier investigativo, all’interno della quale illustrano il lavoro svolto ed evidenziano i risultati ottenuti rispetto agli obiettivi prefissati.
Perché è importante identificarlo
Come sottolinea Alessio Piccinni – Intelligence & Cyber Risk Management Analyst di Inside Intelligence & Security Investigations, identificare il titolare effettivo di una società o di un’azienda è importante da diversi punti di vista. In linea generale, identificare il soggetto che detiene la titolarità effettiva di una determinata quota societaria rappresenta uno strumento di tutela a disposizione del potenziale acquirente. La ‘tracciabilità’ del titolare effettivo, infatti, contribuisce alla trasparenza amministrativa e legale del soggetto giuridico in questione, individuando una persona che possa fungere da punto di riferimento per le contrattazioni e non solo. L’identificazione del titolare effettivo non ha solo una funzione tutelare nei confronti degli interessi del soggetto acquirente ma, al contempo, rappresenta un parametro imprescindibile per superare con esito positivo le verifiche di conformità, dal momento che la presenza di questa figura rappresenta un requisito cruciale affinché l’assetto proprietario sia strutturato in ottemperanza alle norme vigenti. Nel concreto, se le verifiche di due diligence non individuano un titolare effettivo, il mandante delle verifiche ha tutto il diritto di sollevare la questione e di renderne contro alla controparte, dal momento che un assetto nel quale non emerge un soggetto con titolarità effettiva di almeno un quarto delle quote societarie rappresenta un interlocutore potenzialmente ‘rischioso’. In ragione di ciò, per evitare ripercussioni di natura legale, disporre delle verifiche professionali per avere un quadro chiaro dell’assetto societario e della distribuzione della titolarità delle quote di partecipazione è un passaggio cruciale per imbastire o proseguire una contrattazione economico-finanziaria.