Pirateria informatica (hacking): cos’è e come difendersi

30 Giu , 2025 Digital Security

Pirateria informatica (hacking): cos’è e come difendersi

Con l’avvento della tecnologia digitale, la circolazione di file multimediali e la loro condivisione ha fatto registrare una crescita esponenziale. Le possibilità di accesso a contenuti ed informazioni di ogni tipo ha, con il tempo, posto in maniera sempre più urgente i temi della sicurezza informatica e della tutela del diritto d’autore a causa, principalmente, di quelle pratiche illegali che vengono generalmente incluse nella definizione di pirateria informatica, conosciuta anche come hacking.

Scopri le soluzioni per mettere al sicuro i tuoi dati e la tua azienda. Proteggiti dagli attacchi di pirateria informatica

Cos’è la pirateria informatica

La pirateria informatica definisce qualsiasi attività illegale che colpisca strutture informatiche o reti digitali. Si tratta dell’appropriazione indebita di file (come video, audio, documenti o immagini) e programmi (software, app e simili), ottenuti scaricandoli illecitamente dal web o violando i sistemi di sicurezza che proteggono questi contenuti, solitamente coperti da diritto d’autore o disponibili a pagamento. In sostanza, il pirata informatico ottiene accesso non autorizzato a reti o archivi digitali per copiare dati riservati o alterare documentazioni al fine di trarne vantaggi illeciti.

Esistono varie forme di pirateria informatica, però non tutte sono considerate gravi o illegali allo stesso modo (la legislazione e la giurisprudenza variano anche sensibilmente a seconda del Paese di riferimento). La pirateria domestica, ad esempio, in alcune sue forme può essere considerata legale (se l’utente acquista un prodotto originale e ne realizza una copia per uso personale, tramite masterizzazione o procedimenti analoghi); ciò non accade quando il pirata informatico trae un vantaggio (in genere il lucro) dall’ottenimento indebito o dalla diffusione non consentita di materiale normalmente sottoposto a copyright.

La maggior parte dei reati ascrivibili alla pirateria informatica si consumano su internet e consistono, nella maggior parte dei casi, in una delle azioni che vediamo elencate qui di seguito.

Download Illegale

Questa azione consiste nello scaricare illegalmente, ovvero senza il consenso del detentore dei diritti d’autore o della licenza di distribuzione del prodotto, file di vario genere (video, MP3, immagini e altro) o programmi, in particolare software. Nel caso dei software, il download è illegale a meno che non si tratti di file open source, ossia resi disponibili gratuitamente e senza restrizioni di utilizzo.

File sharing illecito

Il file sharing, o condivisione dei file, non è di per sé un’operazione illegale se il materiale condiviso è legittimo. Tuttavia, diventa un reato quando il file condiviso è stato ottenuto in maniera illegittima, ovvero violando i diritti d’autore o le condizioni di licenza. In questo contesto, la condivisione contribuisce alla diffusione di contenuti piratati.

Streaming Illegale

Lo streaming si riferisce alla divulgazione di materiale audiovisivo attraverso piattaforme dedicate. Sebbene lo streaming in senso assoluto non sia illegale, esso diventa un reato, commesso dal soggetto che eroga il servizio, qualora il materiale divulgato non sia stato ottenuto legalmente o senza le necessarie autorizzazioni. Si pensi a servizi che offrono film, serie TV o eventi sportivi in diretta senza averne i diritti di trasmissione.

Contraffazione di software

La contraffazione dei software è una delle forme più dirette di pirateria informatica e consiste nella creazione e nella vendita di copie non autorizzate di programmi di vario genere. Queste copie non sono solo illegali, ma spesso mancano degli aggiornamenti e del supporto tecnico forniti dalle versioni originali e espongono, così, gli utenti a rischi di sicurezza.

I soggetti che più spesso implementano questo tipo di azioni sono i cosiddetti cracker, criminali informatici che, a differenza degli hacker “etici”, agiscono senza alcuna etica e mettono a repentaglio la sicurezza di strutture e sistemi informatici esclusivamente per trarne un vantaggio illecito.

Quali pericoli può portare alle aziende

La pirateria informatica può riguardare non soltanto l’appropriazione e la condivisione di contenuti multimediali (attraverso applicativi o intere piattaforme dedicate) ma può rappresentare anche una minaccia per la sicurezza di un’azienda.

In particolare, i pirati informatici possono prendere di mira dati sensibili ed informazioni destinate a restare confidenziali, la cui divulgazione si ripercuoterebbe in maniera negativa sulle attività aziendali. In generale, quindi, la pirateria informatica rappresenta un pericolo per la tutela della privacy e del segreto industriale, la cui violazione costituisce un reato, secondo quanto previsto dal codice penale: “chiunque, venuto a cognizione per ragione del suo stato o ufficio, o della sua professione o arte, di segreti commerciali o di notizie destinate a rimanere segrete, sopra scoperte o invenzioni scientifiche, li rivela o li impiega a proprio o altrui profitto, è punito con la reclusione fino a due anni”.

In concreto, un atto di pirateria informatica può provocare diversi danni ad un’azienda. La violazione dei sistemi di sicurezza da parte di un cracker può risultare nella divulgazione di dati protetti che potrebbero essere utilizzati per pratiche di concorrenza sleale o per arrecare danno all’immagine dell’azienda oppure alle sue attività, con un notevole contraccolpo di natura economica.

Come difendersi dalla pirateria informatica

In base a quanto evidenziato fin qui, è chiaro come le aziende abbiano una necessità impellente di tutelare i propri interessi e la propria privacy, per proteggersi da possibili reati di pirateria informatica. Se in Italia l’organo preposto a occuparsi di queste violazioni è la Polizia Postale, le aziende possono avvalersi anche di altre strade, come rivolgersi ad un’agenzia di investigazione per richiedere indagini specifiche. Queste indagini possono avere una finalità preventiva, per rafforzare le difese, oppure essere attivate in presenza di indizi concreti che facciano presupporre una minaccia alla sicurezza delle reti e dei sistemi informatici aziendali.

Il mandato di indagine viene solitamente conferito da un legale rappresentante o, in alcuni casi, direttamente dal titolare dell’azienda. Poiché le procedure investigative implicano l’accesso a dati sensibili e informazioni riservate, le parti concordano per contratto una serie di clausole che impegnano i tecnici incaricati a preservare la confidenzialità dei dati acquisiti e a non divulgarli. Al mandante viene in genere fornita una lista di tutti i soggetti coinvolti nelle indagini per garantire la massima trasparenza.

Per contrastare o accertare eventuali atti di pirateria informatica, possono essere messe in atto diverse procedure investigative:

  • Penetration Test: condotto da “hacker etici”, questo test serve a valutare la robustezza di un sistema di sicurezza informatica, attraverso la simulazione di attacchi reali per identificarne le vulnerabilità.
  • Informatica Forense: queste procedure specialistiche sono volte a riscontrare e analizzare eventuali crimini informatici commessi a danno di reti, sistemi e dispositivi. Permettono di ricostruire gli eventi, identificare i responsabili e raccogliere prove digitali valide.

Al termine delle indagini, i tecnici incaricati redigono una relazione tecnica dettagliata che illustra il lavoro svolto e i risultati ottenuti e forniscono all’azienda un quadro chiaro della situazione e delle eventuali azioni da intraprendere.

Scopri le soluzioni per mettere al sicuro i tuoi dati e la tua azienda. Proteggiti dagli attacchi di pirateria informatica

Domande Frequenti (FAQ)

Qui rispondiamo ad alcune delle domande più comuni sulla pirateria informatica.

Qual è la differenza tra un Pirata Informatico e un Cybercriminale?

Il termine pirata informatico è spesso usato in riferimento a chi viola il diritto d’autore, appropriandosi e diffondendo illegalmente software, musica, film o altri contenuti protetti. Il cybercriminale, invece, ha un’accezione più ampia e si riferisce a chi compie reati informatici di varia natura, che possono andare dal furto di dati sensibili al ricatto informatico (ransomware), dall’attacco a infrastrutture critiche alla frode online, spesso con fini di lucro o di danneggiamento sistematico. Un pirata informatico può rientrare nella categoria dei cybercriminali se le sue azioni violano leggi penali e non solo quelle sul diritto d’autore.

Quando nasce la pirateria informatica?

La pirateria informatica, intesa come appropriazione illecita di contenuti digitali o violazione di sistemi informatici, nasce parallelamente allo sviluppo dell’informatica stessa. Con l’introduzione dei primi software e sistemi operativi negli anni ’70 e ’80, e soprattutto con la diffusione di internet negli anni ’90, la capacità di copiare e distribuire file digitali ha reso la pirateria un fenomeno su larga scala. È un problema che ha continuato a evolversi con ogni nuova tecnologia e mezzo di diffusione.

Quali tipologie di hacking esistono?

Le principali forme di hacking sono l’hacking etico (white hat), svolto da professionisti della sicurezza, i quali, con il consenso del titolare, eseguono penetration test per individuare e correggere vulnerabilità; il cracking (black hat) indica l’accesso illecito ai sistemi con fini malevoli come furto di dati, danneggiamento di reti o profitto illegale; a metà strada c’è il grey hat hacking, in cui gli hacker penetrano senza autorizzazione ma spesso per segnalare le falle e poi offrire consulenze, muovendosi in una zona legale ambigua; l’hacktivismo utilizza tecniche di hacking per sostenere cause politiche o sociali, spesso con attacchi DDoS; la cyber warfare (guerra cibernetica), infine, comprende operazioni informatiche sponsorizzate dagli Stati per spionaggio, sabotaggio o interruzione di servizi di altre nazioni.

 


Desideri ricevere una consulenza gratuita o un preventivo senza impegno su questo argomento?
CONTATTACI SUBITO: