Digital security: 5 attacchi hacker che hanno fatto la storia

24 Ott , 2018 Digital Security

Digital security: 5 attacchi hacker che hanno fatto la storia

Gli attacchi hacker più famosi della storia hanno procurato ingenti danni a numerosissime grandi aziende. Ecco quali sono e perché per scongiurarli è necessario affidarsi alla Digital Security.


Attacchi hacker e Digital Security.

La nostra agenzia investigativa garantisce la massima sicurezza informatica ai Clienti mediante accurate investigazioni ed operazioni di Digital Security. Essere forniti di un sistema informatico perfettamente protetto, nonché monitorato periodicamente, permette il mantenimento della privacy degli importanti dati aziendali, spesso oggetto di severi attacchi informatici.

Le incursioni malevole nei sistemi informatici vengono comunemente chiamate “attacchi hacker”, ma è necessario precisare che non tutti gli hacker agiscono per danneggiare le aziende. Gli autori di attacchi informatici dannosi sono i Black Hat Hacker, altresì detti Cracker. Abbiamo approfondito l’argomento nel seguente articolo: “Investigazioni Aziendali: perché in campo Aziendale un Cracker è 10 volte più temibile di un Hacker“.

Tali incursioni minano non soltanto la privacy delle informazioni, ma spesso anche il patrimonio delle aziende e dei relativi clienti, procurando dunque ingenti danni reputazionali e finanziari, proprio com’è successo nei seguenti 5 attacchi informatici più famosi della storia.

1) WannaCry: il worm colpevole di aver danneggiato numerose aziende a livello globale.

Nel 2017 un worm (ovvero un malware capace di autoreplicarsi) chiamato WannaCry o, in alternativa, WanaCrypt0r 2.0, infettò i sistemi informatici di tantissime aziende, istituti ed organizzazioni, diffondendosi in tutto il mondo.

Ecco qualche esempio delle aziende colpite:

  • National Health Service
  • Renault
  • FedEx
  • il Ministero dell’interno russo
  • l’Università degli Studi di Milano-Bicocca.

Nello specifico, WannaCry si diffuse, tramite email, su computer con sistema operativo Microsoft Windows, criptando i dati presenti all’interno dei sistemi informatici e chiedendo un riscatto di qualche centinaio di dollari (in Bitcoin) per procedere con la decriptazione.

attacchi hacker

Dopo aver infettato centinaia di migliaia di computer ed essersi diffuso in oltre 150 Paesi, il worm è stato rallentato in seguito alla scoperta, da parte di un ricercatore britannico, dell’esistenza di un kill switch. Tale meccanismo permetteva la disattivazione di WannaCry (una sorta di sistema di emergenza ideato dagli stessi programmatori, tutt’ora ignoti) e consentì dunque il considerevole rallentamento dell’epidemia.

2) Virus Melissa: il malware che causò oltre un miliardo di euro di danni.

Nel 1999 David L. Smith, programmatore statunitense, creò e diffuse tramite posta elettronica un potente virus chiamato Melissa. I computer colpiti furono quelli che presentavano il sistema operativo Microsoft Windows.

L’epidemia si propagò in tempi veramente rapidi (soprattutto perché il virus era capace di rilevare la presenza di Microsoft Outlook ed auto-inviarsi ai primi 50 contatti email), causando danni finanziari di circa 1,3 miliardi di euro.

David Smith, una volta scoperto, venne condannato a 20 mesi di carcere ed al pagamento di una sanzione di 5.000 dollari. In realtà la pena prevista per queste tipologie di reato era, ai tempi, molto più alta, ma Smith ottenne una riduzione accettando di lavorare per un determinato numero di ore come “White Hat Hacker” presso gli uffici della FBI. Il suo compito divenne dunque quello di individuare virus e worm.

3) Stuxnet: l’attacco hacker del Governo statunitense in collaborazione con il Governo israeliano.

Questo particolare virus venne diffuso nel 2006 con l’obiettivo di danneggiare la centrale nucleare iraniana di Natanz. Nello specifico, Stuxnet bloccava le centrifughe della centrale e, mediante un rootkit, occultava i danni procurati al sistema informatico, in modo che nessuno potesse rilevare l’infezione.

Il virus venne comunque scoperto, anche se solo nel 2010, in seguito ad un anomalo riavvio di un computer infetto. Due anni dopo si scoprì che Stuxnet faceva parte di un’operazione informatica (mirata al sabotaggio dei sistemi informatici iraniani) chiamata “Operazione Giochi Olimpici”, ideata dal Governo statunitense insieme al Governo israeliano.

4) L’attacco hacker che prese di mira gli utenti di PlayStation Network.

Tra il 17 e il 19 aprile 2011 il PlayStation Network (PSN), sistema che permette agli utenti di giocare online, subì un attacco informatico che mise a serio rischio i dati personali – non solo password, ma perfino i dati delle carte di credito – dei 77 milioni di utenti registrati. Il 20 aprile Sony sospese momentaneamente il servizio in modo da proteggere gli utenti, invitandoli a modificare le proprie credenziali di accesso.

5) Conficker: il worm che infettò milioni di computer.

Questo particolare worm, scoperto nel 2008, attacca i computer con sistema operativo Microsoft Windows ma si propaga anche mediante dispositivi di memoria di massa USB, hard disk esterni ed altri sistemi. Alcune fonti affermano che i computer colpiti sarebbero oltre 9 milioni, altre invece parlano di quasi 4 milioni: il malware ha infettato perfino i sistemi informatici del Ministero della Difesa inglese e di numerose navi da guerra.

Al momento gli autori di Conficker non sono ancora stati trovati, e Microsoft non ha ancora distribuito un aggiornamento di sicurezza capace di contrastare l’infezione informatica.

Come richiedere le operazioni di Digital Security.

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