Cos’è la Due Diligence anticorruzione e come si fa
In ambito economico e finanziario, l’affidabilità e la trasparenza sono valori estremamente importanti. Essi, infatti, incidono sensibilmente sull’immagine di un’azienda o di una società, condizionandone la presenza sul mercato e l’appetibilità verso la clientela e i potenziali acquirenti. Per verificare quanto un soggetto sia affidabile e solido è possibile ricorrere ad una serie di indagini preliminari che ricadono sotto la definizione di ‘due diligence’.
Due Diligence cos’è
L’espressione inglese ‘due diligence’ significa ‘diligenza dovuta’ o ‘diligenza necessaria’. Essa identifica una serie di verifiche e controlli approfonditi, svolti per lo più su base volontaria, effettuati da (almeno) un attore protagonista di un’acquisizione o un’altra operazione economico-finanziaria. La due diligence è finalizzata alla valutazione degli aspetti economici, commerciali, finanziari, operativi e gestionali della controparte; in altre parole, prima di formalizzare un contratto o discutere i termini dello stesso, una parte (o entrambe) procedono ad accertarsi dell’affidabilità e della solidità del soggetto con il quale potrebbero instaurare una partnership. Per quanto riguarda le acquisizioni di aziende e società, l’acquirente ha nel proprio interesse quello di verificare tutte le informazioni fornite dal venditore, in modo tale da ottenere garanzie necessarie e sufficienti per portare avanti con cognizione di causa le fasi successive della trattativa.
A seconda del momento in cui vengono effettuate le verifiche, è possibile distinguere tra tre diversi tipi di due diligence:
- Precontrattuale. In questo caso le indagini vengono commissionate ed effettuate nella fase preliminare dell’operazione, ed in particolare prima di aver stilato e formalizzato l’accordo contrattuale;
- Post-stipula. Questo tipo di due diligence subentra nel momento successivo alla stipula del contratto tra le parti che però non è ancora definitivo;
- Post-closing: la due diligence successiva alla chiusura del contratto costituisce per lo più una verifica da parte dell’acquirente del bene di cui è venuto in possesso (per verificarne la corrispondenza con quanto dichiarato dal venditore).
Nella maggior parte dei casi, la due diligence non è obbligatoria ma viene svolta di propria iniziativa da una delle parti (o da entrambe); più di rado, rappresenta un obbligo legale da ottemperare e, in casi del genere, la mancanza delle indagini di due diligence può rappresentare fonte di responsabilità contrattuale per il soggetto che avrebbe dovuto effettuarle.
Cos’è la Due Diligence anticorruzione
Le indagini di due diligence riguardano diversi aspetti: patrimoniale, economico-finanziario, gestionale, operativo. Un ambito di particolare rilevanza è la ‘compliance’, che viene verificata per mezzo di specifiche verifiche di conformità. Si tratta di indagini volte a scoprire se uno o più individui legati a vario titolo al soggetto sottoposto a due diligence sia stato inserito in particolari liste (come quelle antiterrorismo o antiriciclaggio); naturalmente, questo genere di verifiche ricoprono un ruolo di primo piano nelle indagini anti-corruzione.
La due diligenceanti-corruzione deve seguire le linee guida stabilite dallo standard ISO 37001 (Sistemi di gestione per la prevenzione della corruzione) in modo tale da ottenere la relativa certificazione. Il presupposto è che le indagini riguardino tanto gli stakeholders (ossia le parti interessate nell’immediato o in futuro in quanto soggetti terzi) quanto gli shareholders (i soci dell’attività). Nel dettaglio, la norma si oppone ad un approccio settario che non distingua fra soggetti a basso rischio e soggetti ad alto rischio; tra questi ultimi figurano stakeholders e shareholders che utilizzano gestioni operative decentrate o intermediari. In casi del genere, la due diligence deve tenere in debita considerazione i fattori di rischio ed evidenziarli in maniera opportuna.
Altro punto sul quale la ISO 37001 è particolarmente severa è quello delle ‘Red Flags’. Questa definizione non va applicata soltanto ai casi di non conformità più evidente (come ad esempio un’indagine per corruzione o una condanna penale) ma anche a quelli meno espliciti, come ad esempio l’impossibilità di accertare se un socio di un’azienda è registrato come tale presso le autorità competenti. Questo tipo di anomalie, pur non particolarmente evidenti, non vanno sottovalutate in quanto potenziali indicatori di rischio.
Le indagini di due diligence passano quasi sempre attraverso il controllo di alcune ‘liste speciali, come Blacklist e Wachtlist, stilate dalle autorità nazionali ed internazionali; in esse sono riportati i nominativi dei soggetti che hanno ricevuto un avviso di notifica da parte dell’autorità giudiziaria o finanziaria. Altre liste dello stesso tipo sono quelle antiterrorsimo, anticorruzione e delle PEP (Persone Politicamente Esposte).
Due Diligence per le aziende
Le aziende che hanno bisogno di indagini di due diligence possono rivolgersi ad esperti del settore e ad agenzie di investigazione privata specializzate in questo genere di servizi. Il mandato di indagine può essere conferito sia dal titolare sia da un legale rappresentante.
La due diligence aziendale è mirata alla verifica di diversi aspetti di un singolo soggetto o attore di una trattativa di qualsiasi genere (acquisizione, partecipazione azionaria, partnership e simili). Le indagini non possono prescindere dall’acquisizione di una serie di dati relativi a sede operativa, filiali, uffici, organi aziendale e compagine dirigenziale; in aggiunta, gli investigatori fanno propri tutti i dati inerenti alla situazioneeconomica, finanziaria e patrimoniale del soggetto della due diligence. Lo scopo è di verificare se le informazioni fornite all’acquirente/controparte coincidano con la realtà dei fatti. Le verifiche sul fronte operativo e gestionale sono volte ad individuare casi di pignoramento, fallimento e bancarotta che potrebbero essere indice di una gestione fallace o di scarsa solvibilità. Il quadro investigativo viene poi integrato con le già citate indagini sulla compliance. La fase investigativa si conclude con la redazione, da parte degli agenti, di una relazione finale in cui sono riassunti il lavoro svolto e i risultati ottenuti.
A cosa serve l’anticorruzione
Le verifiche preliminari anti-corruzione hanno un ruolo strategico e funzionale. Quando un soggetto si appresta ad instaurare un rapporto con una controparte o pianifica un investimento per un’acquisizione, deve anzitutto tutelare i propri interessi.
La due diligence è lo strumento più efficace in tal senso. Essa porta alla luce eventuali criticità e zone d’ombra: i riscontri ottenuti durante la fase di indagine possono modificare ed orientare le strategie decisionali, comportando anche una ridiscussione dei termini dell’accordo da formalizzare. Per quanto riguarda, in particolare, la due diligence per anticorruzione, il ‘peso specifico’ non cambia: la presenza di una o più ‘Red Flags’ può minare le garanzie offerte dalla controparte e cambiare l’orientamento strategico dell’acquirente. Il rischio di instaurare rapporti di natura economica, finanziaria o commerciale con una società potenzialmente collegabile a soggetti accusati di corruzione può rappresentare un fattore deterrente, in quanto inficia l’immagine della società stessa e prospetta un potenziale danno di immagine per il soggetto acquirente.
Per tanto, la due diligence anticorruzione serve principalmente a tutelare gli interessi dei mandanti delle indagini di controllo; in particolare, consente di identificare e gestire un fattore di rischio (potenziale) più o meno elevato, in modo tale da elaborare ed attuare le necessarie contromisure.