Indagini pre-assunzione per dipendente straniero, come si svolgono

16 Gen , 2020 Indagini Aziendali

Indagini pre-assunzione per dipendente straniero, come si svolgono

Quando un’azienda ha bisogno di integrare numericamente il proprio organico, oppure di ampliarlo per il bisogno di avere a disposizione un nuovo tipo di risorsa, segue una procedura piuttosto comune: comunica la disponibilità di una posizione aperta (tramite vari canali) e valuta i requisiti di tutti coloro i quali hanno manifestato l’intenzione di occupare quella posizione. Le figure deputate a passare al vaglio le candidature sono i recruiter, che verificano le informazioni e i dati forniti dal candidato al fine di determinare se vi sono le condizioni per procedere all’assunzione oppure no.

Il compito degli addetti alla valutazione delle figure papabili di assunzione è più importante di quanto si possa pensare, dal momento che l’integrazione di una nuova figura professionale non deve avere ripercussioni sull’economia dell’azienda, sia in termini legali sia per quanto concerne la produzione. Ragion per cui le verifiche preliminari devono svolte in maniera scrupolosa, soprattutto se il reperimento di informazioni e referenze può risultare complicato, come nel caso di un dipendente di cittadinanza straniera.

Cosa si intende per le indagini pre-assunzione

Quando si parla di “indagini pre-assunzione” ci si riferisce ad una serie di controlli di vario tipo effettuati a carico di un potenziale dipendente durante la fase di valutazione precedente all’assunzione. Le indagini riguardano tanto la sfera professionale quanto quella personale, seppur nel rispetto dei limiti imposti dallo Statuto dei Lavoratori: l’articolo 8, infatti, stabilisce che “è fatto divieto al datore di lavoro, ai fini dell’assunzione, come nel corso dello svolgimento del rapporto di lavoro, di effettuare indagini, anche a mezzo di terzi, sulle opinioni politiche, religiose o sindacali del lavoratore, nonché su fatti non rilevanti ai fini della valutazione dell’attitudine professionale del lavoratore”.

Pertanto, se effettuata entro i termini previsti dallo Statuto, questa procedura può essere predisposta ad integrazione delle verifiche più comuni implementate dalle aziende che sono alla ricerca di un determinato profilo da inserire all’interno del proprio organico.

A cosa servono questo tipo di indagini

Le indagini preassuntive, come sottolinea anche Salvatore Piccinni – Managing Director Head of Southern Europe di Inside Intelligence & Security Investigations hanno una grande importanza strategica nell’economia del processo di valutazione di un potenziale nuovo dipendente. Come già accennato, le verifiche preliminari rappresentano un’integrazione dei normali procedimenti di valutazione dei profili dei candidati; in tal senso, la loro funzione è quella di fornire ai recruiter ed all’azienda ulteriori riscontri – ottenuti per mezzo di specifiche procedure di indagine –che possano supportare l’esame di una candidatura.

Nello specifico, le indagini pre-assunzione servono a verificare la veridicità e l’autenticità delle informazioni fornite dall’aspirante dipendente; in aggiunta, esse possono portare alla luce difformità o omissioni, ossia rilevare differenze sostanziali rispetto a quanto dichiarato dal candidato (che potrebbe avere fornito informazioni parziali o alterate oppure evitato di comunicare alcuni avvenimenti di particolare rilievo). Quanto rilevato dalle indagini può orientare, in un senso o nell’altro, l’intero processo decisionale in funzione di una futura assunzione; se quanto rilevabile dal curriculum e da eventuali lettere di referenze viene confermato in sede di indagine, il recruiter può dare il proprio assenso ad un inserimento (preliminare o definitivo) del candidato all’interno della compagine dell’azienda, coerentemente con quanto previsto dalla politica aziendale.

Ricapitolando, le indagini pre-assunzione possono avere le seguenti finalità: accertare l’autenticità dei dati forniti dal candidato, individuare eventuali discrepanze tra quanto desunto dal curriculum e da eventuali colloqui e i riscontri dell’indagine, individuare eventi – anche di natura pregiudizievole – omessi dal candidato, supportare il processo di valutazione del profilo del candidato e, potenzialmente, orientare la decisione verso l’accettazione o il rifiuto della candidatura.

Come si effettuano le indagini per un dipendente straniero

Reperire informazioni relative ad un candidato dipendente straniero può risultare più complicato, dal momento che ottenere le referenze maturare in un altro paese talvolta può rivelarsi particolarmente ostico, per via di svariati fattori, che vanno dal diverso regime normativo alla eventuale necessità di tradurre atti e documenti di vario genere. Per questo è possibile dare mandato ad un’agenzia di investigazione privata per lo svolgimento di indagini di pre-assunzione nei confronti di un candidato straniero.Questo tipo di procedura è particolarmente consigliata nel caso in cui l’aspirante dipendente abbia presentato la propria candidatura per una posizione di particolare rilievo (o che comporti responsabilità importanti e ampi poteri) all’interno dell’organigramma aziendale.

La prima fase dell’iter investigativo consiste nell’acquisire i dati di identificazione del candidato, assieme alla documentazione prodotta dallo stesso in fase di candidatura (ovvero il curriculum vitae e, se presenti, eventuali lettere di referenze). In aggiunta, gli agenti devono acquisire anche le informazioni emerse durante lo svolgimento di uno o più colloqui, effettuati dal vivo o a distanza (per telefono, via Skype o con modalità similari).Questo step preliminare consegna agli investigatori tutti i dati e le informazioni da passare al setaccio, con l’obiettivo di verificarne la congruenza e la fondatezza.

Nel caso in cui il candidato è un individuo di nazionalità straniera, l’acquisizione dei riferimenti anagrafici è propedeutica alle verifiche anagrafiche, volte a certificare la presenza negli appositi archivi e registri del paese di origini (ed in particolare della corrispondenza di date e luoghi). Una volta superata questa prima fase, gli agenti procedono alla verifica delle referenze: carriera accademica, titoli e qualifiche conseguiti, eventuale iscrizione ad albi o ordini professionali e svolgimento del servizio militare; le verifiche tengono in conto i riferimenti di legge in vigore nel paese d’origine del soggetto delle indagini.

Le indagini non sono mirate solo a verificare le informazioni fornite dall’aspirante dipendente straniere ma hanno soprattutto lo scopo di portare all’attenzione del possibile datore di lavoro eventi e fatti di rilievo omessi o alterati dal candidato. Se, ad esempio, nel curriculum compare un’esperienza lavorativa molto breve, è compito degli agenti verificare i termini di tale referenza; in altre parole, capire se il rapporto di lavoro si è interrotto prematuramente, magari con un provvedimento di licenziamento. In tal caso, la mancata segnalazione sul CV rappresenta una discrepanza che gli agenti prima e i recruiter hanno il dovere di approfondire, poiché la presenza di eventi di natura pregiudizievole potrebbe ripercuotersi anche sull’azienda in caso di assunzione.

L’investigazione può svilupparsi ulteriormente mediante un altro tipo di verifiche, spesso previste anche dalla due diligence. Si tratta di verifiche volte a verificare l’eventuale presenza del candidato in particolari liste (la procedura prende il nome di “compliance check” o “verifica di conformità”), come ad esempio quella delle PEP (Persone Esposte Politicamente), quelle anticorruzione o antiterrorismo tenute dalla autorità nazionali ed internazionali.

L’iter investigativo si conclude con la redazione, da parte degli agenti, di una relazione finale che viene consegnata al mandante delle indagini. Il documento rappresenta un riepilogo del lavoro svolto dagli investigatori e dei risultati da essi ottenuti.


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