Infedeltà Aziendale: cos’è e quando fare indagini
Con l’espressione infedeltà aziendale si intendono tutte le azioni e i comportamenti messi in atto dai dipendenti e dai soci di un’azienda che infrangono il cosiddetto “obbligo di fedeltà”.
In particolare, un comportamento infedele da parte di un dipendente può concretizzarsi in svariati modi: concorrenza sleale, diffusione di dati riservati o qualsiasi altro atto che possa infrangere l’obbligo di lealtà verso il datore di lavoro.
Ovviamente, molto dipende dall’impresa presso cui si lavora e dal ruolo occupato in azienda. Fattori che possono portare, per svariate motivazioni, a perpetrare atti di concorrenza come trafugare dati sensibili, brevetti e prototipi.
In ogni caso, delle indagini sull’infedeltà aziendale possono permetterti di scoprire se sei vittima di tali comportamenti scorretti e di tutelarti al meglio dal punto di vista legale.
Ma cosa dice la legge in merito, quali sentenze hanno implementato la giurisdizione relativa all’infedeltà aziendale e quando è necessario richiedere delle indagini per infedeltà aziendale?
Ecco tutto quello che c’è da sapere al riguardo.
Infedeltà aziendale: cosa dice la legge?
Dal punto di vista legale, la normativa di riferimento è l’articolo 2105 del Codice Civile (Obbligo di fedeltà): “Il prestatore di lavoro non deve trattare affari, per conto proprio o di terzi, in concorrenza con l’imprenditore, né divulgare notizie attinenti all’organizzazione e ai metodi di produzione dell’impresa, o farne uso in modo da poter recare ad essa pregiudizio”.
In altre parole, la legge vieta al dipendente di assumere comportamenti che possono essere considerati sleali e lesivi per l’azienda presso cui è impiegato.
La prima parte dell’articolo vieta quindi di svolgere attività concorrenziali, da non confondere con l’obbligo di non concorrenza che scatta solo al termine del rapporto di lavoro e che deve essere concordato in forma scritta da entrambe le parti.
La seconda parte dell’articolo, invece, impone al dipendente di mantenere il riserbo rispetto ad informazioni sensibili, che spaziano dai flussi economici ai bilanci fino ai dati relativi ai fornitori e alla clientela.
Nell’articolo successivo (il 2106, denominato “Sanzioni disciplinari”), vengono definite le sanzioni che possono essere comminate al dipendente che non rispetti l’obbligo di fedeltà verso l’azienda o manchi della “diligenza richiesta dalla natura della prestazione dovuta” (articolo 2104).
In particolare, si legge che “l’inosservanza delle disposizioni contenute nei due articoli precedenti può dar luogo all’applicazione di sanzioni disciplinari, secondo la gravità dell’infrazione e in conformità delle norme corporative”.
Ma quali sono le sanzioni previste dalla legge nel caso di reato di infedeltà aziendale?
Per dare risposta a tale domanda, interviene l’articolo 7 della legge n. 300 del maggio 1970 che rappresenta il principale riferimento normativo in merito.
Tale norma stabilisce che il datore di lavoro deve anzitutto informare il lavoratore del regolamento interno all’azienda (infrazioni e relative sanzioni, modalità di attuazione e contestazione di queste ultime) “mediante affissione in luogo accessibile a tutti”.
Inoltre, il dipendente non può essere sanzionato senza essere stato informato dell’addebito e aver potuto rilasciare una dichiarazione a propria difesa.
Entrando più nello specifico, il comma 4 escluderebbe il licenziamento quale possibile sanzione, in quanto rappresenta uno dei possibili “mutamenti definitivi del rapporto di lavoro”. Tuttavia, se a seguito di indagini aziendali per infedeltà si appurasse la presenza di inadempimenti da parte del lavoratore, il datore avrebbe il diritto di licenziare per giusta causa.
Infatti, la legge n. 604 del 15 luglio del 1966, all’articolo 3 stabilisce che: “il licenziamento per giustificato motivo con preavviso è determinato da un notevole inadempimento degli obblighi contrattuali del prestatore di lavoro ovvero da ragioni inerenti all’attività produttiva, all’organizzazione del lavoro e al regolare funzionamento di essa”.
Infine, a completare il quadro dei riferimenti normativi contribuiscono altri due articoli del Codice Civile: il 1175 e il 1375. Il primo impone il corretto comportamento tra debitore e creditore, mentre il secondo riguarda l’esecuzione in buona fede del contratto.
Infedeltà aziendale: cosa dicono le sentenze?
Il reato di infedeltà aziendale è al centro di diverse sentenze emesse dalla Corte di Cassazione.
Un caso esemplare è rappresentato dalla n. 19096 del 2013. La sentenza riconosce come legittimo il licenziamento di un dipendente presso un laboratorio di analisi dal momento che questi aveva deciso di aderire ad una S.r.l. con lo scopo di aprire un nuovo studio medico.
Infatti, secondo i giudici della Cassazione, ciò aveva costituito una violazione dell’articolo 2105 del Codice Civile poiché, si legge nella sentenza, la decisione dell’imputato era “sintomatica di un atteggiamento mentale del dipendente contrastante con quella leale collaborazione che costituisce l’essenza del rapporto di lavoro subordinato”.
Un’altra sentenza della Cassazione, la n. 10959 del 2013, pur non formulando un giudizio definitivo, fornisce un’ulteriore chiave interpretativa.
Il caso è il seguente: il dipendente di una società che – in qualità di ufficiale di riscossione – si occupava di notificazione di cartelle esattoriali era stato licenziato per giusta causa, a detta dell’azienda. Il verdetto della Corte di Cassazione, invece, “deduceva l’illegittimità del procedimento, assunto intempestivamente in esito ad un procedimento non ispirato a principi di correttezza e buona fede, sulla base di fatti privi di rilevanza disciplinare”, pur rinviando il tutto ad un ulteriore grado di giudizio.
Nel 2015 la Cassazione si è pronunciata in maniera favorevole al licenziamento del direttore di una filiale di un istituto di credito in quanto questi aveva concesso un prestito, pur in assenza delle garanzie necessarie, e aveva consentito l’accesso al terminale della filiale a un soggetto terzo estraneo all’istituto.
Per queste ragioni, la sentenza chiama in causa “gravi violazioni dei doveri fondamentali connessi al rapporto di lavoro”, sottolineando come – affinché il licenziamento sia giustificato – sia sufficiente che l’azienda contesti la specifica violazione delle norme di comune prudenza e di quelle contenute nel Codice Civile senza bisogno di produrre un codice disciplinare interno.
In questo caso, quindi, la Cassazione ha accertato la sussistenza del mancato obbligo di fedeltà aziendale da parte del dipendente.
Indagini infedeltà aziendale: tutelati con INSIDE
Le investigazioni per infedeltà aziendale vengono, in genere, conferite dal titolare (o altro legale rappresentante dell’azienda) e si sviluppano su più livelli.
Infatti, come afferma Antonio Piccinni – Head of Operations – Investigations Unit di INSIDE – INTELLIGENCE & SECURITY INVESTIGATIONS:
“l’agenzia investigativa incaricata di svolgere le indagini a carico di un dipendente o di un socio, avute notizie dal Mandante del fatto sospettato, in primo luogo verificherà gli aspetti giuridici per effettuare uno studio di fattibilità del caso e solo dopo, con gli operatori investigativi, valuterà le condizioni dei luoghi e gli elementi individuali dell’indagato per impostare l’ordine di servizio definitivo.”
L’infedeltà aziendale rientra nelle problematiche più importanti per le aziende che, ignare, hanno all’interno un focolaio che può portare, se trascurato, alla destabilizzazione operativa e a danni d’immagine all’azienda.
Per questo motivo, è di vitale importanza richiedere delle indagini interne su infedeltà aziendale nel momento in cui si sospetta di essere vittima di tali comportamenti.
La nostra agenzia investigativa internazionale INSIDE da oltre vent’anni è specializzata nello svolgimento di indagini aziendali, con l’obiettivo di tutelare le imprese e i datori di lavoro da tutti i possibili comportamenti scorretti che potrebbero minarne la stabilità.
Lavorando nel pieno rispetto della normativa e tutelando la privacy degli attori coinvolti, conduciamo investigazioni aziendali volte al contrasto dell’infedeltà aziendale che terminano con la redazione di una relazione finale: un documento contenente quanto evinto nel corso delle indagini e che potrà essere presentato come prova documentale in sede di giudizio.
Infine, un elemento fondamentale, che diventa elemento distintivo per l’agenzia e garanzia per il mandante, è che i nostri operatori investigativi, dipendenti e dichiarati in Prefettura, saranno testi nella fase di giudizio per la convalida delle prove.
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