Cosa fa un investigatore privato?

2 Apr , 2020 Indagini Aziendali

Cosa fa un investigatore privato?

Il compito dell’investigatore privato è quello di effettuare indagini sul caso al fine di raccogliere prove inconfutabili da presentare in sede giudiziaria. I nostri investigatori privati svolgono indagini aziendali in Italia e nel resto del mondo, permettendo di mantenere alto lo standard qualitativo dei servizi investigativi che offriamo. I report redatti sono concisi e trasparenti, dall’alto valore giuridico e frutto di approfondite analisi per mezzo di strumenti tecnologici avanzati nel campo dell’investigazione privata e permettono ai nostri clienti di prendere decisioni consapevoli e sempre supportate da dati certi.

Che cos’è l’indagine?

L’investigatore privato svolge un servizio di pubblica utilità. Tale attività è autorizzata dalla Prefettura soltanto dopo che quest’ultima, verificati i requisiti professionali e tecnici previsti dall’allegato G del Decreto Ministeriale 269/2010, ha rilasciato una licenza ai sensi dell’ex art. 134 del T.U.L.P.S.

Come spiega Salvatore Piccinni – Managing Director Head of Southern Europe di Inside Intelligence & Security Investigations, l’investigazione non si insegna, è un’arte che si impara facendo e studiando contemporaneamente”, buone conoscenze tecniche e molta pratica sono fondamentali per la buon riuscita di un’investigazione.

Durante un’investigazione è bene tenere in mente la necessità che il cliente ha di acquisire atti e non fatti. I fatti sono già in possesso del cliente e sono utili all’investigatore per la riuscita della sua indagine. Gli atti invece sono ciò che l’investigatore, attraverso la sua attività di ricerca e di analisi, cercherà di acquisire e sarà inoltre ciò che sarà consegnato al cliente sottoforma di documenti, utili poi durante la fase processuale.

L’indagine è inventiva e immaginazione, mai fantasia”. Importante è la capacità di analisi che si basa sulla regola del 4 ovvero: osservare, fissare, rilevare e classificare.

La tenacia, e non la testardaggine, è fondamentale nell’attività di investigazione. E’ necessario cercare dei riscontri oggettivi ai sospetti ma verificarne sempre anche la probabile infondatezza. Il riscontro deve essere sempre oggettivo perché l’investigatore dovrà dare sempre certezze sia al cliente che ai legali.

Il primo colloquio con il cliente

Durante il primo colloquio con un cliente è bene analizzare le informazioni ricevute. Due voci sono da tener sempre presente per iniziare correttamente un’indagine: l’attendibilità della fonte in base alla provenienza e la veridicità della notizia riferita alla fonte. Sono due elementi fondamentali che possono essere strettamente correlati tra loro ma anche essere indipendenti l’uno dall’altro.

Sapere chi ci dà la notizia e quindi la fonte, non è sufficiente affinché una notizia sia attendibile. Una fonte può essere attendibile ma la notizia dataci da tale fonte essere non vera.

E’ bene quindi analizzare sempre i fatti che ci sono forniti dal cliente; cercare di trasformare la notizia vaga in informazione certa; non costruirsi mai idee preconcette; dubitare sempre per stimolare l’intelligenza e infine essere sempre animati dal dubbio ragionevole.

Gli strumenti dell’investigatore, tipici ed atipici

L’investigazione avviene attraverso strumenti che possono essere divisi in tipici e atipici. I primi sono quelli indicati, definiti, stabiliti e determinati dal nostro ordinamento giuridico, i secondi sono quelli non contemplati e disciplinati dalla legge e sono il frutto dell’esperienza e della creatività dell’investigatore.

Uno strumento ibrido è il pedinamento, considerato da Salvatore Piccinni l’attività principe dell’investigatore privato.

S.A.C. (acronimo di Sorveglianza Antisorveglianza Contro Sorveglianza) è l’insieme delle attività idonee a seguire il target a distanza variabile, senza farsi notare, per spiare ogni suo atto.

Per eseguire un’attività di sorveglianza è fondamentale fare un sopralluogo. Questo serve principalmente per programmare l’attività di investigazione ma anche per acquisire sicurezza. Fondamentale è individuare l’obiettivo che si vuole raggiungere ed il target che si vuole controllare, acquisire quindi più informazioni possibili sul conto di quest’ultimo.

L’individuazione può avvenire utilizzando fotografie e videoriprese (in questo caso è bene conoscere almeno a che epoca risalgono tali documenti); descrizioni (altezza, età, corporatura) e infine designazione del target da parte del cliente o di un conoscente.

Una volta individuato il target è necessario pianificare l’attività di sorveglianza che sarà svolta valutando le proprie risorse umane, le loro competenze tecniche nonché la loro familiarità con i luoghi in cui si svolge l’attività.

Scegliere inoltre quali mezzi tra autovetture, motocicli o biciclette mettere a disposizione e utilizzare e preparare le radio ricetrasmittenti per la comunicazione tra operatori nonché l’uso di telefoni cellulari. Sarà utile infine valutare le caratteristiche tecniche delle videocamere e macchine fotografiche da impiegare (messa a fuoco manuale e auto, obiettivo in mm, sensibilità della pellicola, ecc).

E’ bene sapere che la cosiddetta fase di partenza di un dispositivo di osservazione è la fase più delicata e va valutata adeguando tale dispositivo ai giorni della settimana e all’orario di attività più consone (mai durante il fine settimana in cui c’è poca gente). E’ opportuno infine sapere se nelle vicinanze del luogo di osservazione ci sono obiettivi sensibili quali istituti di credito, uffici postali, comandi forze dell’ordine, scuole. Infine è necessario prevedere come e con che mezzo l’obiettivo in questione si sposterà.

La sorveglianza è l’attività più vicina al pedinamento, mentre l’antisorveglianza è caratterizzata dal movimento del dispositivo di pedinamento. La contro sorveglianza nasce dall’antisorveglianza come atto di spionaggio in ambito militare. Essa è al contrario dell’antisorveglianza caratterizzata dalla staticità del dispositivo ed è la risposta alla sorveglianza e/o all’antisorveglianza. È usata per verificare una sorveglianza o antisorveglianza e può essere associata all’immagine di un morto che sorveglia gli altri, in questo modo l’investigatore è una persona ferma che non “scalda” la zona.

Le indagini penali difensive a supporto dell’avvocato difensore

La lacuna delle investigazioni difensive è stata in parte superata dalla legge del 7/12/2000 n. 397 con la quale per la prima volta vi è un preciso riferimento all’attività che l’investigatore privato può svolgere in tali investigazioni.

Questa legge può e deve essere sfruttata dagli investigatori stessi in due modi: raccogliendo elementi di prova, individuando il colpevole di fatti già avvenuti e collaborare con le forze dell’ordine per produrre prove genuine.

Spionaggio e Controspionaggio

Lo spionaggio controspionaggio sono uno il riflesso dell’altro.

Quanto allo spionaggio industriale può consistere sia nel rubare delle tecnologie al fine di compiere la riproduzione di un oggetto (know-how) sia nel rubare le persone capaci di riprodurre tale oggetto o capaci di insegnare i procedimenti. In questo caso si tratta di figure professionali ben definite quali tecnici, consulenti o commerciali. Sono i cervelli pensatori di un’azienda.

Per l’investigatore privato è bene cercare di proteggere questi due elementi: l’oggetto ovvero la sua metodologia di lavoro e i cervelli del suo Istituto.


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