Investigazioni Aziendali: quando si configura e in quali casi si può parlare di concorrenza sleale
Quando si può essere certi di subire atti di concorrenza sleale?
La nostra agenzia investigativa mette a disposizione delle aziende clienti il servizio di investigazioni sulla concorrenza sleale.
Ma quali sono i casi in cui un imprenditore può essere certo di subire veri e propri atti di concorrenza sleale? E come possiamo dirlo con certezza? Scoprilo leggendo questo approfondimento.
Concorrenza sleale e art. 2598 codice civile.
Il termine “concorrenza sleale” non è stato coniato dalla nostra agenzia investigativa, ma è ben illustrato dall’art. 2598 del codice civile. Tale peculiare articolo definisce i presupposti che determinano il compimento del reato di concorrenza sleale nonché i casi rientranti in questa particolare condotta, oltre che tutelare gli imprenditori che la subiscono.
Concorrenza sleale: i presupposti.
In particolare, secondo l’articolo 2598, il reato di concorrenza sleale può avvenire esclusivamente nel caso in cui la parte lesa e l’autore dell’illecito siano entrambi imprenditori in concorrenza economica, anche se non necessariamente operanti nello stesso settore.
La tutela degli imprenditori oggetto di concorrenza sleale.
Chi subisce atti di concorrenza sleale può agire a livello giuridico intentando una causa contro il danneggiante oppure rivolgersi all’Antitrust per trovare una soluzione extra-giudiziale. In entrambi i casi è possibile ottenere un risarcimento da parte dell’autore del reato, ma non senza delle prove valide che accertino l’avvenuta concorrenza sleale.
La scelta migliore per ottenere delle prove utilizzabili sia in tribunale che durante un procedimento extra-giudiziale è sicuramente quella di rivolgersi ad un’agenzia investigativa che effettui indagini sulla concorrenza sleale, come Inside Agency.
Casi di concorrenza sleale.
Secondo l’art. 2598 del codice civile si può parlare di concorrenza sleale in tre determinati casi. Ecco quali:
- Confusione della clientela sull’identità dell’azienda o dei prodotti
- Diffusione di notizie volte a screditare l’immagine di un concorrente o appropriazione dei meriti di un’altra impresa
- Danneggiamento dell’azienda concorrente mediante qualsiasi mezzo non conforme ai presupposti della correttezza professionale.
Analizziamo ora nei dettagli i casi di concorrenza sleale, accompagnandoli anche ad alcuni esempi pratici.
Concorrenza sleale volta a confondere la clientela sull’identità dell’azienda o dei prodotti.
In questo particolare caso di concorrenza sleale rientra in primo luogo la contraffazione dei prodotti di un’altra azienda. Attualmente la contraffazione è un fenomeno molto diffuso e spesso i prodotti falsificati sono simili in tutto e per tutto agli originali, tanto che in molti casi solo gli esperti riescono a distinguerli.
Un esempio lampante è quello delle borse Louis Vuitton, spesso oggetto di contraffazione: molti falsi sono curati nei minimi dettagli, come il codice di produzione stampato all’interno del prodotto.
La clientela, oltre che con la contraffazione, può essere confusa anche mediante l’utilizzo di un nome identico – o molto simile – a quello dell’azienda concorrente e dei relativi prodotti.
Concorrenza sleale volta a danneggiare l’immagine di un concorrente o l’appropriazione dei suoi meriti.
In questo caso rientra il discredito o l’appropriazione dei meriti di un’azienda concorrente e/o dei suoi prodotti davanti ad una pluralità di persone.
Un esempio di concorrenza sleale per danneggiamento di un concorrente sono le campagne pubblicitarie che mettono a confronto i prodotti della propria azienda e quelli relativi ad un’altra impresa, svalutando – com’è ovvio – i secondi.
Concorrenza sleale mediante l’utilizzo di mezzi non conformi ai presupposti della correttezza professionale.
L’art. 2598 non precisa quali siano gli atti di non correttezza professionale: è il giudice – o, nei procedimenti extra-giudiziali, l’Antitrust – a dover decidere quali siano gli atti non conformi.
Tra i mezzi non conformi ai presupposti della correttezza professionale, prendendo come riferimento la sentenza n. 94/2017 della Corte di Cassazione, rientra sicuramente lo storno di dipendenti volto alla creazione di un vantaggio competitivo ai danni dell’azienda concorrente. Ad esempio costituisce un atto di concorrenza sleale lo storno di figure professionali alle quali sottrarre strategie di marketing dell’azienda di provenienza.
Rientra negli atti non corretti professionalmente anche lo sviamento della clientela, magari compiuto da un ex socio che, avendo costituito una nuova organizzazione, si appropria dei clienti dell’azienda per la quale operava precedentemente.
Le investigazioni aziendali sulla concorrenza sleale.
Se la tua azienda ha subìto uno di questi atti di concorrenza sleale e vuoi ottenere un risarcimento per la perdita di finanze e/o di clientela, contattaci subito per richiedere le investigazioni aziendali firmate Inside Agency.
Dopo aver individuato la finalità giuridica e legale del nostro intervento effettueremo accurate indagini volte alla raccolta di prove valide in tribunale, a dimostrazione degli atti di concorrenza sleale compiuti nei tuoi confronti.
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