La nuova corruzione tra privati

11 Gen , 2017 Rassegna Stampa

La nuova corruzione tra privati

Come arginare un fenomeno sempre più in crescita, anche nelle piccole e medie imprese.

In data 14 dicembre 2016 il Consiglio dei Ministri ha approvato, in esame preliminare, il decreto legislativo recante le norme necessarie per dare attuazione alla decisione quadro 2003/568/GAI del Consiglio del 22 luglio 2003 contro la corruzione nel settore privato, nel pieno rispetto delle norme e dei principi già vigenti.

FENOMENO IN CRESCITA. È ben noto che la corruzione è un reato per la maggior parte commesso nel pubblico impiego, sia nella sua forma cd. attiva, ossia ad opera dell’amministratore o in generale del dipendente che, con promesse, danaro e altro vantaggi, “induce” un pubblico ufficiale o un incaricato di un pubblico servizio a compiere un atto contrario ai doveri del proprio ufficio, sia nella sua fattispecie cd. passiva, ovvero da colui che, al fine di compiere od omettere un atto relativo all’esercizio delle proprie funzioni, “accetta” promesse, danaro o altri vantaggi.

Non a caso riemerge, in questo periodo storico, il delicato tema dei fenomeni corruttivi che sempre più spesso investe anche la classe dirigente aziendale delle piccole-medie e grandi imprese e che sembra essere un problema frequente e ormai “radicato” nella società italiana. Nasce così l’esigenza di predisporre anche nel privato un sistema “efficace” di difesa e controllo, connesso a severe procedure di compliance al fine di scongiurare tali illeciti.

ALCUNE NOVITÀ. Tra le principali novità che si affacceranno sullo scenario normativo, l’ampliamento della categoria dei soggetti e delle condotte punibili, sanzionando nel primo caso tutti i soggetti che esercitano funzioni direttive e prevedendo, in aggiunta, un inasprimento delle pene per l’ente nel caso in cui il corruttore abbia agito in nome e per conto dell’ente medesimo, nel secondo caso punendo non solo la corresponsione e la sollecitazione della dazione di denaro o altra utilità, bensì l’istigazione alla corruzione, fattispecie di reato sino ad ora non prevista dal sistema giuridico italiano e, dunque, non suscettibile di condanna.

CORRUZIONE: UN RISCHIO DA NON SOTTOVALUTARE. “La corruzione tra privati è un reato destinato a crescere – afferma Salvatore Piccinni, Senior Security e Intelligence Analyst di Inside Agency – incidendo in maniera significativa sul sistema di gestione della sicurezza aziendale. La corruzione costituisce il principale ostacolo al buon funzionamento del nostro Paese, dando vita ad un sistema che favorisce la concorrenza sleale e l’illegalità, divenendo dunque per le aziende un rischio da non sottovalutare. Per tale motivo, la classe dirigente ha il dovere di mettere in atto tutti quei meccanismi diretti a mitigare e monitorare gli eventi di corruzione e, in generale, tutti quei fenomeni non rispondenti alle normative aziendali e che, in un mercato che si sta facendo sempre più competitivo e in continuo mutamento, danno vita a nuove forme di illegalità, falsando la libera concorrenza. Tuttavia, uno dei principali impedimenti alla istituzione di programmi di prevenzione e tutela che siano efficienti è, senza dubbio, l’impegno esplicito e concreto richiesto non solo in termini economici, bensì di risorse e tempo. In questo caso, affidarsi a professionisti esterni dotati di comprovata e particolare competenza potrebbe costituire, senz’altro, una valida alternativa da prendere in esame, considerati i benefici che ne deriverebbero per le aziende, primo fra tutti un risparmio in termini di energie e risorse da impiegare.

Nel corso delle nostre indagini – continua Salvatore Piccinni – siamo riusciti ad individuare alcune fasi, per così dire “critiche”, che risultano potenzialmente più esposte al rischio di commissione di tale categoria di reato: si pensi alla fase di acquisizione di nuova clientela, ma anche al processo di consolidamento della clientela già acquisita, all’espletamento delle procedure di gestione e selezione di fornitori, alla sottrazione illecita di informazioni riservate di una società concorrente. La mission della nostra agenzia investigativa è, per l’appunto, l’individuazione di strategie e strumenti idonei a scongiurare ogni condotta corruttiva. Senza legalità non ci può essere un’impresa di successo e la sana competitività viene inevitabilmente compromessa, senza tener conto poi delle conseguenze sull’intera collettività.”


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