Come fare la bonifica delle microspie nelle automobili
Nell’era in cui la tecnologia la fa da padrone, la privacy individuale rischia di essere messa costantemente a repentaglio. Le tecniche di intercettazione e spionaggio sono sempre più sofisticate e si avvalgono di dispositivi tanto discreti quanto efficaci; tra questi vi sono le microspie, che possono essere installate anche a bordo delle automobili al fine di registrare – per i motivi più diversi – le conversazioni che si svolgono all’interno dell’abitacolo. Di seguito, vediamo di cosa si tratta e come tutelarsi attraverso una bonifica delle microspie auto.
Microspie auto, come funzionano
Le microspie per auto funzionano allo stesso modo delle microspie ambientali. Si tratta di dispositivi elettronici dalle dimensioni estremamente compatte, così da essere facilmente occultabili. Essi sono costituiti da due elementi fondamentali: una fonte di energia e un’antenna per trasmettere (ad un dispositivo ricevente) i dati registrati. In genere, l’alimentazione di una microspia è affidata ad una pila, anch’essa molto piccola, che costituisce gran parte dell’ingombro. Dalle dimensioni della pila dipendono sial’autonomia sia la portata del dispositivo. La prima rappresenta il lasso di tempo durante il quale la microspia può restare in funzione: le pile standard sono quelle da 9 volt benché dispositivi destinati all’uso professionale possano montare batterie miniaturizzate.
La portata, invece, è il raggio massimo entro il quale la microspia riesce a trasmettere il proprio segnale via radio. Anche questa prerogativa dipende dalla potenza della fonte di alimentazione ma anche dalle caratteristiche dell’area in cui si trovano il luogo di cattura e il dispositivo di ricezione. In genere il raggio raggiunge i cento metri (o anche i duecento) e nel caso di microspie particolarmente potenti, la portata può arrivare a 500 metri se non vi sono ostacoli tra la sede della ricetrasmittente e quella del dispositivo di ricezione. Un’antenna direzionale può risultare uno strumento efficace per aumentare la portata delle microspie.
Il funzionamento in generale è molto semplice: captano conversazioni e comunicazioni all’interno dell’ambiente in cui sono state collocate attraverso un microfono compatto e trasmettono i dati raccolti ad una ricevente esterna (maggiore è la portata della microspia, più lontano è possibile collocare il dispositivo che deve ricevere il segnale). Le microspie utilizzano specifiche frequenze radio: quelle più comuni sono VHF (Very High Frequency) o UHF (Ultra High Frequency); la prima copre un range compreso tra i 110 ed i 170 MHz mentre le seconde si collocano attorno ad i 400 Mhz. Un altro tipo di dispositivo è rappresentato dalle microspie GSM che trasmettono il segnale radio tramite le stesse frequenze utilizzate dai telefoni cellulari.
Esistono vari tipi di microspie: quelle più sofisticate utilizzano specifici sistemi di attivazione vocale, per cui funzionano solo in presenza di suoni o rumori all’interno dell’ambiente di cattura o dell’abitacolo in cui si trovano; altre sono equipaggiate con luci a infrarossi per l’attivazione ‘selettiva’. Vi sono poi altri tipi di microspie, progettati appositamente per essere collocate all’interno di dispositivi elettrici di uso comune.
Per quanto concerne le microspie ambientali per auto, lo scenario è leggermente diverso. Il bisogno energetico della microspia rappresenta un fattore determinante nella scelta e nell’installazione della stessa; in aggiunta, va individuata preliminarmente la funzione del dispositivo di intercettazione: se la microspia deve soltanto registrare i suoni provenienti dall’interno dell’abitacolo, con un consumo di energia particolarmente esiguo, basterà anche una pila di dimensioni ridotte; di contro, qualora la microspia debba anche trasmettere all’esterno – tenendo presente che la portata può variare sensibilmente quando la vettura è in movimento – sarà necessario optare per una pila più potente, che assicura una maggiore autonomia.
Dove vengono nascoste di solito
Le microspie per automobili possono essere installate in diversi punti. Se il dispositivo necessita di un collegamento con la batteria dell’auto per la propria alimentazione, è possibile che venga collocato all’esterno della vettura, in un punto non immediatamente visibile e abbastanza vicino al vano motore.
Se invece la microspia gode di maggiore autonomia, l’installazione può avvenire all’interno dell’abitacolo stesso. A seconda delle dimensioni e delle caratteristiche del dispositivo, si può optare per vari punti di collocazione: all’interno o sotto i sedili anteriori o posteriori (senza danneggiare la tappezzeria), nella console centrale dove si trova l’autoradio, all’interno delle portiere (di solito c’è molto spazio libero dietro i pannelli) o altrove. L’abitacolo, infatti, offre una vasta gamma di possibilità in tal senso, anche a seconda delle specifiche costruttive dell’auto: le maniglie delle porte, così come il bracciolo centrale o quello posteriore, rappresentano un buon punto di occultamento, così come la scatola che contiene il Telepass o il vano in cui si trovano le luci interne. Anche nel vano portabagagli si trovano spazi utili per installare una microspia, soprattutto se vi sono piccoli proiettori e intercapedini per riporre gli attrezzi necessari al cambio delle gomme.
Come effettuare la bonifica
Accorgersi della presenza di una microspia all’interno della propria auto non è semplice, dal momento che sia l’abitacolo che l’esterno di una vettura offrono tante possibilità di occultamento pressoché totale del dispositivo. Di contro, se ci si rende conto che alcune informazioni riservate o il contenuto di una conversazione svolta in auto sono diventate di dominio pubblico, è legittimo sospettare che la privacy all’interno dell’automobile non sia più garantita.
Rilevare le microspie in auto non è un’operazione adatta al fai da te, ma necessita dell’intervento di personale esperto e qualificato. Per questo è bene rivolgersi ad un’agenzia di investigazioni private che offra servizi di bonifiche elettroniche ed ambientali dando mandato per lo svolgimento di una specifica bonifica delle microspie auto.
La procedura messa in atto dai tecnici qualificati prevede anzitutto un’attenta ispezione visiva e la perlustrazione dei vani e degli spazi in cui è più probabile sia stato installato un dispositivo di intercettazione. Questa prima fase, che si può definire ‘attiva’, viene seguita da una seconda fase ‘passiva’ che prevede l’impiego di mezzi tecnologici specifici per l’individuazione di dispositivi di registrazione e trasmissione radio.
Questi ultimi hanno il compito di localizzare picchi anomali rispetto al normale, tenendo conto di quanto sia saturo l’ambiente per via della presenza di vari tipi di segnale radio. La cosiddetta ‘scansione dell’intensità di campo’ viene effettuata attraverso un misuratore portatile mentre rilevazioni più approfondite sono condotte mediante un analizzatore di spettro o uno scanner multibanda. Le indagini prevedono anche l’impiego di attrezzature più sofisticate, quali una termocamera e il laser ad infrarossi; la prima è in grado di restituire, su un display, immagini termografiche (in bianco e nero oppure a colori) che possono aiutare ad individuare dispositivi ‘sospetti’, così come il laser che adopera la tecnologia ad infrarossi.