Perché è importante la verifica dei carichi pendenti prima di un’assunzione
Oggigiorno non è raro che le aziende pubbliche o private, che intendono assumere un nuovo dipendente, richiedano la verifica dei carichi pendenti per assunzione.
Nel privato, sia che si debba sostituire un altro lavoratore, sia che si voglia ampliare il proprio organico inserendo una nuova risorsa, le aziende implementano un processo di selezione che si articola in diversi passaggi e richiede la presentazione della necessaria documentazione.
Nel processo di selezione, il primo step prevede la pubblicazione di un annuncio che comunica la disponibilità di una posizione vacante, a cui segue la valutazione delle candidature ricevute.
Quest’ultima viene effettuata sulla base dei curricula e di altri documenti come, ad esempio, lettere di presentazione o referenze, così da individuare i profili che appaiono più adatti a ricoprire la posizione disponibile. Dopodiché, i recruiter possono sottoporre l’aspirante dipendente a un test di valutazione o a un colloquio conoscitivo.
In queste fasi, può accadere che gli addetti alla valutazione implementino delle indagini pre assunzione sulla condotta professionale, allo scopo di attuare un’ulteriore verifica dei dati a propria disposizione, o che richiedano ai candidati un certificato carichi pendenti per assunzione.
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In alternativa, se vuoi sapere in quali casi si possono richiedere i carichi pendenti per assunzione, in questo articolo troverai tutte le informazioni che cerchi.
Carichi pendenti: cosa sono e cosa risulta
Tra le verifiche che possono essere richieste nell’ambito delle indagini pre-assuntive può esserci anche il controllo dei carichi pendenti.
Come spiega Salvatore Piccinni – Managing Director Head of Southern Europe di INSIDE Intelligence & Security Investigations:
“questo tipo di richiesta, non particolarmente diffusa, viene fatta soprattutto quando la mansione da ricoprire ha caratteristiche peculiari come, ad esempio, il rapporto diretto con il pubblico o con categorie protette”.
In altri termini, tale richiesta non rappresenta la prassi ma non è così rara come si potrebbe pensare. Per questo motivo, il numero di aziende che richiede le indagini aziendali a supporto delle scelte in fase di ampliamento dell’organico è in costante crescita.
Ma cosa sono i carichi pendenti e cosa risulta nel documento di verifica?
Dal punto di vista pratico, si definisce “carico pendente” la condizione di un soggetto che, coinvolto in un procedimento penale a suo carico, ha acquisito lo status di imputato. È bene sottolineare come ciò non sia sinonimo di colpevolezza (una sentenza della Corte di Cassazione risalente al luglio 2018 – la n. 19012 – ha stabilito che un carico pendente non può essere equiparato a una condanna penale) ma indica soltanto che la fase delle indagini preliminari si è conclusa e che il soggetto può essere definito come imputato.
Pertanto, un carico pendente – volendo semplificare – è un processo penale in cui la fase delle indagini preliminari si è conclusa e un individuo ha acquisito lo status di imputato.
I carichi pendenti vengono registrati in un apposito archivio, possono essere richiesti dal diretto interessato e vengono riportati all’interno di un certificato denominato casellario dei carichi pendenti. Quest’ultimo, secondo l’articolo 2 del Testo Unico del Casellario, è “l’insieme dei dati relativi a provvedimenti giudiziari riferiti a soggetti determinati che hanno la qualità di imputato”.
Il casellario dei carichi pendenti non va confuso con il casellario giudiziale che, di contro, costituisce “il registro nazionale che contiene l’insieme dei dati relativi a provvedimenti giudiziari e amministrativi riferiti a soggetti determinati”.
Pertanto è raro che un recruiter richieda il casellario giudiziale per assunzione volendo, di solito, soffermarsi solamente sui provvedimenti che vedono il soggetto da assumere come imputato.
Per completezza di informazione, va inoltre sottolineato che nel casellario dei carichi pendenti non vengono iscritti tutti i provvedimenti. Infatti, sul sito del Ministero della Giustizia si legge che “l’art. 27 del T.U. del Casellario prevede che nel certificato nazionale dei carichi pendenti non risultino alcune iscrizioni, quali, ad esempio, quelle relative a sentenze di condanna per le quali è stato concesso il beneficio della non menzione, ai provvedimenti emessi dal Giudice di pace, alle condanne per contravvenzioni punibili con l’ammenda, ecc.”.
Pertanto, per rispondere alla domanda “Carichi pendenti cosa risulta”, nel certificato dei carichi pendenti risultano soltanto i provvedimenti “in corso dinanzi al tribunale a cui la Procura della Repubblica accede e i relativi giudizi di impugnazione”.
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Carichi pendenti per assunzione: privato VS pubblica amministrazione
Nel settore privato, il datore di lavoro può chiedere i carichi pendenti durante il processo di assunzione, mediante la presentazione di un certificato.
Tuttavia, è importante sottolineare che questo può avvenire solo se ciò è specificamente previsto dal contratto o da disposizioni di legge.
Infatti, una sentenza della Cassazione Civile, Sezione Lavoro, datata 17 luglio 2018, numero 19012, ha enfatizzato l’illegittimità di tale richiesta nel caso in cui il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) richieda solo la presentazione del certificato penale per valutare l’attitudine professionale del lavoratore.
Inoltre, l’articolo 8 dello Statuto dei Lavoratori stabilisce chiaramente che il datore di lavoro non può condurre indagini, direttamente o tramite terzi, su fatti non rilevanti per la valutazione dell’attitudine professionale del lavoratore, a meno che ciò non sia previsto espressamente dal contratto.
Tale disposizione impedisce l’ampliamento interpretativo per includere informazioni su procedimenti penali in corso, in linea con il principio costituzionale della presunzione d’innocenza.
Infine, l’Autorità garante per la protezione dei dati personali ha ribadito che il datore di lavoro può richiedere tali certificati solo se esiste una base giuridica, valutando attentamente se vi siano disposizioni legislative o regolamentari che autorizzino il trattamento di dati giudiziari dei dipendenti in relazione alle attività svolte dalla società.
Pertanto, se desideri svolgere delle investigazioni aziendali per ottenere maggiori informazioni sulla persona che vorresti assumere, contattando i nostri investigatori, potrai ottenere una consulenza specifica e sapere se puoi, o meno, procedere alla richiesta del certificato dei carichi pendenti.
Carichi pendenti assunzione pubblica amministrazione
Qualora il datore di lavoro sia una Pubblica Amministrazione o un ente privato che gestisce un servizio pubblico, conformemente a quanto stabilito dall’articolo 40 del Decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, numero 445, non è ammissibile richiedere al lavoratore l’esibizione del Certificato dei carichi pendenti per assunzione e del Casellario giudiziale.
Infatti, in tali circostanze, la normativa consente esclusivamente la presentazione di una dichiarazione sostitutiva, fornendo così una modalità alternativa per attestare la situazione giudiziaria del candidato.
Questa disposizione, volta a garantire una gestione trasparente e in linea con i principi di legalità, semplifica le procedure di concorso per ampliare l’organico delle PA, fornendo al datore di lavoro le informazioni necessarie in modo conforme alla normativa vigente.
Mancata assunzione per carichi pendenti
In situazioni in cui il datore di lavoro ha la facoltà di richiedere il certificato dei carichi pendenti e, se durante le procedure di indagini emergono informazioni non congruenti con i requisiti o l’idoneità professionale cercati, egli può legittimamente decidere di non procedere con l’assunzione.
Pertanto, la mancata assunzione per carichi pendenti rappresenta una casistica esistente e legittima.
La valutazione delle informazioni contenute nel certificato diventa quindi un elemento cruciale nel processo decisionale dell’assunzione, permettendo al datore di lavoro di prendere decisioni informate in linea con le esigenze e le aspettative della posizione lavorativa offerta.
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Come si effettua una verifica sui carichi pendenti
Al di fuori dell’ambito delle selezioni lavorative, il controllo dei carichi pendenti può essere richiesto dal diretto interessato o da una persona delegata direttamente da quest’ultimo. In aggiunta, come riporta la pagina dedicata del sito ufficiale del Ministero della giustizia, può essere richiesto “dalle pubbliche amministrazioni o dai gestori di pubblici servizi, quando il certificato è necessario per l’espletamento delle loro funzioni, dall’autorità giudiziaria penale, che provvede direttamente alla sua acquisizione, dal difensore dell’imputato”.
La richiesta va presentata, personalmente o per posta, utilizzando l’apposita modulistica, corredata da un documento di identificazione in corso di validità. Il certificato costa 19,87 euro (di cui 16 euro per la marca da bollo) ma viene rilasciato gratuitamente nei seguenti casi:
- per le procedure di adozione o affidamento di minori;
- per risolvere una controversia di lavoro, previdenza o assistenza obbligatoria;
- per procedimenti in cui l’imputato ha diritto al gratuito patrocinio;
- per essere allegato alla domanda di riparazione dell’errore giudiziario.
Una volta inoltrata la richiesta, come si apprende sul portale ufficiale del Ministero della Giustizia, “il certificato è rilasciato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale che ha giurisdizione sul luogo di residenza dell’interessato e riporta i procedimenti pendenti presso detto ufficio nonché quelli in corso presso le procure distrettuali antimafia (“DDA”), di cui ha ricevuto comunicazione”.
Ad ogni modo, si apprende dalla stessa fonte, non esiste alcun divieto che impedisca ad una Procura diversa da quella di residenza di rilasciare il certificato e, se il diretto interessato ha un’età inferiore a diciotto anni, il casellario viene rilasciato dal Tribunale per i minorenni.
Carichi pendenti e indagini preliminari: perché sono così importanti?
Come accennato in precedenza, il casellario dei carichi pendenti può essere tra i documenti richiesti per inoltrare la propria candidatura per una posizione lavorativa disponibile presso un’azienda o una società.
Questo documento può rivestire un ruolo molto significativo nell’ambito delle verifiche pre-assuntive affidate, quasi sempre per mezzo di un legale rappresentante, a un’agenzia di investigazione privata specializzata in business intelligence.
Il casellario, infatti, rientra tra i documenti che gli investigatori acquisiscono durante la prima fase dell’iter investigativo assieme al curriculum e altri riscontri, come ad esempio lettere di presentazione o di referenze oppure i risultati di un test preliminare di valutazione.
Il compito degli investigatori consiste nell’accertare la veridicità di quanto dichiarato dal candidato, allo scopo di tutelare gli interessi professionali, economici e legali del potenziale datore di lavoro.
Infatti, al termine della procedura di indagine pre-assuntiva, gli investigatori incaricati stilano una relazione tecnica all’interno della quale descrivono il lavoro svolto e i risultati con esso ottenuti, mettendo in evidenza eventuali criticità emerse dalla verifica dei dati presenti nel casellario dei carichi pendenti del candidato sottoposto a verifica.