Come fare a conoscere la reputazione economica di un’azienda all’estero

7 Mag , 2019 Business Intelligence

Come fare a conoscere la reputazione economica di un’azienda all’estero

Il mondo dell’economia ha assunto oramai un carattere globale; non è raro per un’azienda intrattenere rapporti di varia natura con società od aziende estere. Naturalmente, a meno che non si tratti di grandi società di consolidata tradizione e fama, è bene raccogliere informazioni dettagliate in merito al soggetto con il quale si intende o ci si appresta ad entrare in affari. In altre parole, è possibile che sia necessario accertarsi della reputazione dell’azienda in questione.

Cosa si intende per reputazione

In generale, la reputazione è la considerazione che un’azienda riesce a guadagnarsi nel corso del tempo operando nel proprio settore o segmento di mercato di competenza. Essa può essere alimentata in vari modi ed attraverso vari canali di ‘feedback’, ossia le reazioni, i giudizi ed i riscontri offerti da chi ha avuto modo di entrare in contatto in maniera più o meno diretta con l’azienda in questione.

Per alcune attività, come ad esempio la ristorazione o la ricezione turistica, la reputazione risente in modo consistente dei giudizi espressi pubblicamente dai clienti attraverso applicazioni e piattaforme apposite. In altri casi, invece, la reputazione aziendale risente di determinati accadimenti e della loro risonanza a livello mediatico: basti pensare, in tal senso, al danno d’immagine (oltre a quello economico) patito dalle case automobilistiche coinvolte nel cosiddetto ‘dieselgate’. La ‘reputazione’ di un’azienda, per tanto, può essere considerata come l’immagine che quest’ultima offre di sé, sia tramite mezzi propri (ampliamento dell’offerta, miglioramento del prodotto, campagne di promozione pubblicitaria) sia attraverso la presenza sul mercato, l’esposizione mediatica od eventuali vicende giudiziarie.

Cosa si intende per reputazione economica

La ‘reputazione economica’ (in inglese Reputation Economy) è un concetto che, almeno in origine, era legato prevalentemente alla sfera delle pubbliche relazioni. Di recente, con l’avvento di Internet prima e dei social network poi, questa nozione ha iniziato ad assumere una precisa consistenza anche in ambito economico, finanziario ed aziendale; non a caso, la FERPI (Federazione Relazioni Pubbliche Italiana), già nel 2012 definiva la reputazione “un vero e proprio asset economico in grado di condizionare la fiducia (o la sfiducia) degli stakeholder”.

Come già sottolineato, il ruolo degli utenti, tramite i social e non solo, è di primaria importanza. Ciò non vuol dire che l’azienda possa porsi solo in maniera passiva nei confronti della reputation economy; di contro, va sottolineato come una buona reputazione richieda un grande dispendio di energie e risorse mentre una cattiva fama è ‘autonoma’: può ‘nascere’ e diffondersi in maniera indipendente e, soprattutto, estremamente rapida.

Alla reputazione di un’azienda o di un soggetto giuridico è legato il cosiddetto rischio reputazionale; una nozione piuttosto volatile che il Comitato di Basilea ha cercato di definire entro i seguenti termini, almeno in ambito bancario: “Il rischio reputazionale può essere definito come il rischio che emerge dalla percezione negativa da parte dei clienti, delle controparti, degli azionisti, degli investitori o dei regolatori che può variamente influenzare l’abilità di una banca di mantenere le esistenti relazioni d’affari – o di stabilirne di nuove – e l’accesso continuativo alle fonti di finanziamento. Il rischio reputazionale è multidimensionale e riflette la percezione degli altri soggetti partecipanti al mercato”.

Cos’è la Due Diligence

Due diligence’ è un’espressione inglese, traducibile con “diligenza dovuta”. Essa si riferisce alle operazioni di indagine e controllo che un soggetto od un’azienda sono chiamate ad effettuare prima di stipulare un contratto od un accordo con una controparte; l’espressione può riferirsi anche ad un’azione svolta con un determinato standard di accuratezza.

In alcuni casi, la due diligence può rappresentare un obbligo di natura legale ma molto più di frequente si tratta di indagini disposte su base volontaria. Il principio che sta alla base della due diligence è semplice: le indagini possono fornire informazioni preziose al soggetto che procede alla stipula del contratto oppure a chi deve recitare un ruolo attivo in un processo di acquisizione. Un esempio piuttosto comune di due diligence è rappresentato dall’iter in cui un potenziale acquirente valuta una compagnia (ossia il target dell’acquisizione) o gli asset della stessa in vista di una possibile operazione di acquisizione. Più in generale, la due diligence permette di ricavare un prospetto dettagliato relativo a costi, rischi e benefici di un’operazione.

Come indagare per la reputazione economica di un’azienda straniera

Per svolgere indagini di due diligence è possibile affidarsi ad un’agenzia di investigazioni private. Le indagini si articolano su più livelli, in quanto puntano ad esaminare i vari aspetti del ‘target’.

Le informazioni vengono raccolte da soggetti esterni e riguardano soggetti giuridici; in generale, le indagini sono rivolte a determinare l’esposizione al rischio dei soggetti delle investigazioni, in particolare il rischio operativo (ossia l’operato pregresso) sia il rischio reputazionale (ossia legato alla reputazione aziendale). In aggiunta, viene valutato anche il rischio di compliance, rappresentato dallo storico delle vicende legali e giudiziarie; più in generale, le indagini raccolgono informazioni e dati che confluiscono in un dossier all’interno del quale viene, infine, formulato anche un giudizio di affidabilità. Non meno importante è il raffronto tra i dati di dominio pubblico e ciò che risulta dalle ricerche svolte online, così come il cosiddetto ‘Compliance Check. Quest’ultimo consiste in una particolare verifica che consente di scoprire se l’azienda o la persona giuridica soggetto delle indagini sono presenti all’interno di particolari ‘liste’ quali liste antiterrorismo, liste antiriciclaggio, liste PEP (ovvero l’elenco delle persone esposte politicamente), Blacklist e Watchlist.

Un altro aspetto cruciale della due diligence è la verifica della solidità della situazione finanziaria e patrimoniale. A tale scopo, le indagini sono volte all’ottenimento dei seguenti dati: estremi anagrafici o giuridici, domicilio o sede legale, individuazione e conferma dell’attività lavorativa o dell’operatività a livello territoriale, verifica delle utenze telefoniche, individuazione di eventuali protesti (per i soggetti giuridici vengono valutate anche la partecipazioni a gare d’appalto e simili), individuazione di immobili, beni e veicoli intestati alla persona fisica o giuridica.

L’importanza di queste indagini

Va da sé che le indagini di due diligence siano connotate da grande importanza, anche alla luce di quanto sottolineato sin qui. Chi si appresta ad acquisire o a rilevare un’azienda, oppure sta per stipulare un accordo con un altro soggetto, ha il diritto di tutelare i propri interessi, appurando la trasparenza e la solidità della controparte. In tal modo è possibile ridurre i margini di rischio, senza farsi trovare impreparati evitando concretamente la possibilità di depauperare patrimoni e risorse. Le verifiche connesse alla due diligence consentono al potenziale acquirente di approntare una strategia d’azione fondata su solide basi, costituite da un’analisi a 360° in grado di restituire un prospetto fedele ed oggettivo dell’azienda o – più in generale – del soggetto con il quale potenzialmente si potrebbe instaurare un rapporto d’affari.


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