Quando e a chi richiedere i servizi di bonifiche elettroniche
La tutela della privacy riveste un ruolo di primo piano in ambito economico ed industriale; l’attività aziendale, infatti, può essere messa a repentaglio da azioni di spionaggio che puntano ad acquisire informazioni sensibili o riservate. Parimenti, la privacy in ambito privato è un diritto tutelato dalla legge e, per tanto, non può essere violato. In entrambi i casi, esistono determinate contromisure per rintracciare e contrastare azioni lesive per la propria riservatezza: vediamo di seguito di cosa si tratta.
Bonifiche elettroniche, di cosa si tratta
Per ‘bonifica’ elettronica si intende un’operazione piuttosto complessa che si svolge in due fasi. La prima consiste nell’individuare i dispositivi elettronici (microspie, microfoni occulti, telecamere o altro) in grado di raccogliere materiale audio e video all’insaputa di chi si trova all’interno dell’ambiente in cui sono stati installati i device. Nello specifico, una bonifica elettronica è in grado di rilevare la presenza di dispositivi fisici e software; questi ultimi hanno lo scopo di monitorare le attività svolte su di un PC oppure su uno smartphone (tramite uno ‘spy phone software’) mentre i primi rappresentano gli strumenti più ‘classici’ per le attività di spionaggio o intercettazione non autorizzata.
Si tratta, in dettaglio, di microspie (audio o video) dalle dimensioni estremamente ridotte; sono costituite da una fonte di alimentazione (batteria o pila), da un microfono per la ricezione e da un’antenna per la trasmissione. Essendo estremamente compatte possono essere facilmente occultate all’interno di oggetti comuni, che passano generalmente inosservati, come ad esempio lampade da camera, orologi da tavolo e persino penne stilografiche. Il novero dei dispositivi rintracciabili nel corso delle bonifiche elettroniche include anche rilevatori GPS (in combinazione con una microspia audio possono essere utilizzati anche per spiare l’interno di una vettura), microfoni laser (azionabili a distanza), microregistratori audio, dispositivi per le intercettazioni telefoniche e altre tipologie di registratori audio e video.
Lo step successivo consiste nel mettere in sicurezza, tramite appositi sigilli, delle aree maggiormente vulnerabili, ossia quelle in cui è possibile nascondere più facilmente i dispositivi di spionaggio, come ad esempio pavimenti rialzati, controsoffitti, cassette di derivazione ed altri punti sensibili.
Come funzionano le bonifiche elettroniche
Il presupposto fondamentale per lo svolgimento di bonifiche elettroniche ed ambientali consiste in una richiesta di intervento, da parte di un privato o del titolare di un’azienda (anche tramite un legale rappresentante). In entrambi i casi, viene conferito un mandato di indagine ad un’agenzia di investigazioni privata che affida le operazioni di controllo agli operatori specializzati della Divisione Bonifiche Elettroniche. Fatto ciò, le indagini si sviluppano in una serie di step successivi, già accennati in precedenza.
Il primo passo consiste in una supervisione primaria dei locali o degli ambienti da bonificare. Una volta circoscritta l’area, gli investigatori procedono ad un’attenta ispezione visiva tramite perlustrazione, sia del perimetro esterno sia degli interni dei luoghi da sottoporre a bonifica. Fatto ciò, si procede ad una scansione delle frequenze radio. Portate a termine queste operazioni preliminari, alla presenza di un delegato del mandante delle indagini, vengono effettuate le azioni di bonifica vera e propria.
Per individuare la presenza di dispositivi che operano su frequenze radio (al di là di quelli presenti normalmente) e che potrebbero determinare un picco anomalo, gli agenti analizzano le frequenze comprese tra 10kHz e 6GHz tramite appositi dispositivi (in genere si tratta di un misuratore portatile, detto anche ‘Spectrum Analyzer’). Sorgenti ‘anomale’ di segnali radio possono essere individuate anche tramite un misuratore di campo per bonifiche elettroniche, anch’esso in grado di analizzare un ampio range di frequenza completando una singola scansione in pochi secondi. Alcuni dispositivi che assolvono la stessa funzione sono utilizzati in maniera specifica per rintracciare le trasmissioni radio che avvengono lungo la rete GSM, ovvero le frequenze utilizzate dai telefoni cellulari e da alcune microspie particolarmente sofisticate.
Un altro strumento di indagine è la termocamera. Questo dispositivo è in grado di rilevare la temperatura di ogni punto dell’ambiente sottoposto a bonifica, ricostruendo su un piccolo display una mappa termica in bianco e nero oppure a colori (tramite le immagini termografiche). I dati raccolti con la termocamera consentono di identificare facilmente la presenza di dispositivi di intercettazione occultati in punti non facilmente raggiungibili o invisibili ad occhio nudo.
Gli investigatori responsabili della bonifica proseguono le ricerche attraverso un’altra operazione necessaria che prevede l’utilizzo di una lente ad infrarossi in grado di rilevare la presenza di microcamere o microfoni laser.
Tutto quanto appena descritto costituisce una fase di ricerca passiva, in quanto gli investigatori svolgono le indagini attraverso l’utilizzo di dispositivi professionali. Questa fase va integrata con una parte ‘attiva’ che consiste nel raggiungere fisicamente e perlustrare le zone in cui con maggiore probabilità possono essere stati installati dispositivi di intercettazione. La bonifica termina con due ulteriori passaggi conclusivi: la disinstallazione di tutti i device rilevati – previo consenso del mandante delle indagini (e degli eventuali spy software presenti su pc e cellulari) – e con la consegna di una relazione contenente tutte le informazioni salienti inerenti alle investigazioni svolte.
Quando richiedere questo servizio
Ci sono diversi ‘segnali’ che possono spingere un privato o un’azienda a richiedere una bonifica elettronica o ambientale. Nel primo caso, la circolazione incontrollata di informazioni riservate (come ad esempio il contenuto di una conversazione privata o della corrispondenza) può essere sintomatica del fatto che un soggetto esterno abbia messo sotto controllo la casa, l’ufficio od un altro ambiente frequentato di solito. Per quanto concerne le aziende, invece, la casistica è simile ma presenta un maggior numero di sfaccettature: le azioni di spionaggio puntano a raccogliere dati sensibili (prospetti di bilancio, elenco dei fornitori, strategie di marketing, informazioni sulla clientela e simili) per utilizzarli a discapito del soggetto spiato. Per tanto, non è necessario registrare una fuga di notizie per constatare la messa in atto di pratiche spionistiche in quanto le ripercussioni sull’attività aziendale possono essere parimenti un termometro attendibile (in termini di contrazione dei profitti e perdita di clientela).
Sia in ambito privato che commerciale, chi sospetta di essere spiato può rivolgersi ad un’agenzia di investigazioni private e dare mandato – anche attraverso un legale rappresentate – per lo svolgimento di indagini di controllo finalizzate ad implementare bonifiche elettroniche; queste ultime saranno volte all’individuazione delle prove (fisiche e non) che testimoniano la messa in atto di azioni intrusive. Al fine di assicurare una tutela costante ed efficace della propria privacy, è bene effettuare periodicamente bonifiche elettroniche ed ambientali, affidandosi a figure specializzate ed esperti del settore.
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