Dipendente con secondo lavoro: quando va denunciato?

Secondo alcune statistiche, gli italiani che svolgono un doppio lavoro sono circa 3 milioni.
Avere due impieghi non è, di per sé, un reato. Ma si devono tenere in considerazione alcuni elementi: i limiti stabiliti dalla Legge, se si tratta di settore pubblico o privato, il divieto di concorrenza e come il secondo lavoro si ripercuote sul primo.
Dipendenti con un doppio lavoro: è lecito?
Fare un secondo lavoro per arrotondare è comune soprattutto tra chi ha contratti part-time: in questo caso non è difficile gestire due occupazioni, anche contemporaneamente.
Il problema si presenta quando sono dipendenti con contratti di lavoro full time a svolgere due lavori.
In questo caso è normale chiedersi come il lavoratore concili le due professioni, se a volte cede alla tentazione di assentarsi dal posto di lavoro principale e, nel caso lavori per due aziende dello stesso settore, se rispetti la clausola di non concorrenza.
Se sei un imprenditore questi dubbi sono legittimi e devi sapere come gestire le situazioni in cui la tua azienda viene danneggiata da comportamenti irregolari, soprattutto nel caso in cui il lavoratore non ti abbia avvertito di avere un doppio lavoro.
In particolare, devi sapere che se la tua azienda subisce un danno economico o reputazionale a causa di un dipendente che svolge un secondo lavoro puoi procedere al licenziamento per giusta causa.
Approfondiamo la questione.
Secondo lavoro: si può fare? Cosa dice la Legge
La prima considerazione da fare riguarda l’ambito di lavoro del dipendente.
Il dipendente pubblico deve sottostare a limitazioni ben marcate per quanto riguarda il doppio lavoro. In genere, non può avere un secondo impiego in ambito privato o presso società con scopo di lucro, a meno che non sia stato autorizzato e rispettando l’impegno a non pregiudicare la propria produttività presso la Pubblica Amministrazione.
I dipendenti pubblici hanno l’obbligo di comunicazione del secondo lavoro. Sono esonerati da tale clausola solo il personale sanitario, i docenti universitari e gli insegnanti.
Nel settore privato le limitazioni principali al doppio lavoro sono 3:
1. Limiti orari
In Italia la legge stabilisce che un dipendente può lavorare un massimo di 48 ore a settimana, con un riposo settimanale di almeno 24 ore consecutive e uno giornaliero di almeno 11 ore consecutive.
È quindi possibile per un dipendente svolgere due lavori part-time contemporaneamente, mentre non è possibile in caso di contratto full-time perché il tetto delle 48 ore settimanali verrebbe superato.
All’interno di queste limitazioni, un dipendente ha la possibilità di svolgere un secondo lavoro. Ma è solo il primo requisito da rispettare.
2. La non concorrenza
Per poter svolgere il doppio lavoro, il dipendente privato deve anche rispettare il divieto di concorrenza, sancito dall’art. 2105 del Codice civile.
Il lavoratore non può trattare affari, per conto proprio o di terzi, in concorrenza con la propria azienda, non può divulgare notizie riservate sull’impresa e i suoi metodi di produzione e non deve sfruttare le informazioni di cui è a conoscenza per danneggiare l’azienda.
Un dipendente che svolge due attività parallele nello stesso settore è in una situazione potenzialmente pericolosa: potrebbe infatti essere stato assunto proprio per la sua posizione.
Si aprono qui due scenari:
- nel primo il dipendente trova un secondo impiego nello stesso settore per sfruttare le proprie abilità specialistiche, senza danneggiare nessuno (ad esempio chi svolge un lavoro nel settore pubblico e poi arrotonda svolgendo un’attività similare per un’azienda privata o svolge un’attività autonoma aprendo una partita iva);
- nel secondo scenario, invece, il lavoratore sfrutta consapevolmente le informazioni di cui è a conoscenza (sull’azienda, in particolare) per trarne un vantaggio.
Il datore di lavoro che scopre l’inganno può ricorrere alla Legge e licenziare per giusta causa (con effetto immediato e senza versare una indennizzazione) l’impiegato sleale.
Quindi, per Legge, un dipendente può svolgere un secondo lavoro se rispetta il tetto delle 48h settimanali, se non viola il divieto di concorrenza e, ovviamente, se non si tratta di un lavoro in nero.
Incompatibilità delle attività lavorative e assenteismo
Il dipendente dovrebbe sempre avvisare il proprio datore di lavoro se svolge attività lavorative parallele, soprattutto in situazioni potenzialmente ambigue.
Un’altra utile accortezza che dovrebbe avere il lavoratore è quella di assicurarsi di poter gestire gli impegni per le diverse aziende per cui lavora, in modo che il secondo lavoro non si sovrapponga al primo.
Assenteismo: un rischio reale
L’assenteismo costa alle aziende migliaia di euro ogni anno, per questo motivo un imprenditore può denunciare un dipendente che non rispetta gli obblighi contrattuali, che abbandona il proprio posto di lavoro o che si assenta per svolgere altre attività.
Consulta la Guida alla legge 104 per il datore di lavoro.
Indagini sui dipendenti: come scoprire se un lavoratore svolge un secondo lavoro
Un dipendente con un doppio lavoro può rappresentare una minaccia per un imprenditore, soprattutto nel caso in cui il lavoratore sia assunto con un contratto full-time.
Assenteismo, permessi illegittimi, false malattie: sono solo alcune delle pratiche scorrette che un dipendente può attuare per gestire due lavori contemporaneamente.
Come se non bastasse, un altro fronte potenzialmente pericoloso è quello che riguarda il rischio di concorrenza: se il dipendente lavora per un competitor può trasmettere informazioni confidenziali e mettere a repentaglio il futuro dell’azienda.
Come salvaguardarsi in questi casi?
“Se il titolare di un’azienda sospetta che uno dei propri dipendenti stia svolgendo un secondo lavoro che danneggia l’impresa, deve avviare immediatamente verifiche al riguardo. Infatti, qualora il dipendente non abbia avvisato il datore di lavoro dell’attività lavorativa parallela e questa sia potenzialmente in conflitto con la prima, è nei diritti dell’impresario interrompere il rapporto di lavoro.” – Paola Orlando – Head of Area Intelligence & Security Investigations di INSIDE.
Il modo più efficace per svolgere indagini accurate sulla condotta di un dipendente è quello di rivolgersi a un’agenzia investigativa specializzata in indagini sui dipendenti.
Il licenziamento per giusta causa è un diritto del datore di lavoro, qualora la relazione di fiducia con il dipendente venga meno. Ma è fondamentale attuare il provvedimento solo se in possesso di prove certe di una condotta sleale.
INSIDE è un’agenzia di investigazioni privata che supporta gli imprenditori nelle indagini sui dipendenti, apportando prove chiare e pertinenti.
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